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CHI HA DETTO CHE IL VINO E’ PIU’ BUONO NELLA MAGNUM ? SI POTRA’ SCOPRIRE CON LA DEGUSTAZIONE COMPARATA - IL 26 MAGGIO A ROMA - DI FRANCIACORTA BELLAVISTA GRAN CUVÉE BRUT '97, AFFINATO IN CONTENITORI DI DIVERSO VOLUME

Un appuntamento per veri intenditori, quello organizzato da Bellavista - famosa griffe di “bollicine” della Franciacorta - a Roma (Associazione Italiana Sommelier, Hotel Hilton Cavalieri): si tratta di una degustazione comparata dello stesso prestigioso vino, ovvero il Franciacorta Bellavista Gran Cuvée Brut 1997, affinato però in contenitori di diverso volume. In questo modo si potranno verificare, guidati dell’enologo di Bellavista Mattia Vezzola, le differenti sfumature evolutive della cuvèe nella mezza bottiglia (0,375 litri), in quella normale (0,750 litri), nella Magnum (1,5 litri), nella Jeroboam (3 litri), nella Mathusalem (6 litri) e nella Salmanazar (9 litri).

L’iniziativa rientra in un percorso di ricerca che la cantina Bellavista ha avviato nel 1988 imbottigliando e sigillando sotto controllo notarile 245 bottiglie di questo prestigioso Metodo Classico, rifermentato in cinque differenti misure (bottiglia normale, magnum, jeroboam, mathusalem, salmanazar). L’obiettivo è quello di rilevare, tramite le impressioni di un panel di degustatori e l’analisi organolettica effettuata da un centro di ricerche universitario, le eventuali variazioni delle percezioni sensoriali in rapporto al differente volume dei contenitori.

Questo anche per dare una risposta ad un dilemma sinora rimasto insoluto: ci si chiede infatti se il magnum sia, come molti vogliono, la misura entro la quale il vino esprime al meglio le sue migliori doti di profumo e di gusto. La prima degustazione, condotta nel marzo 1991, ha smentito questa convinzione, stabilendo che il Franciacorta Bellavista Gran Cuvée Brut 1987 era in grado di esprimere al meglio la propria bontà nel jeroboam (bottiglia da 3 litri). Nel 1996, a distanza di 5 anni, la seconda degustazione dello stesso vino nelle stesse bottiglie ha decretato il magnum (1,5 litri) come la misura in cui il vino riesce a mantenere un giusto equilibrio olfatto-gustativo, ovvero un bilanciamento perfetto tra le sensazioni di freschezza e quelle di evoluzione. Quella del 26 maggio 2003 è dunque l’ultima, decisiva misurazione che indicherà alla cantina di Vittorio Moretti il formato ideale per l’affinamento dei suoi millesimati.

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