“La scienza ha tutti gli strumenti per analizzare una goccia di lacrima: sarà in grado di dirci di cosa è fatta o quanto pesa, definirne l'origine, la composizione chimica e quella fisica. Ma non sarà mai capace di dirci se è una lacrima di gioia o di dolore”. Questo (e molto di più) è Nicolas Joly. Un vignaiolo (giardiniere), un filosofo, un pioniere, un provocatore. Una persona spessa, che ha scardinato col suo pensiero diversi assunti agricoli. Un persona sufficientemente autorevole da stimolare a ragionare anche sulle inossidabili certezze demandate al metodo scientifico. Nicolas lascia nel 1977 il mondo della finanza per gestire Château de la Roche Aux Moines nella Loira. Tenta la strada convenzionale, ma ne resta insoddisfatto in termini di vitalità e biodiversità: da qui inizia il suo percorso fra i metodi non convenzionali. Fra i 5 fondatori dell'associazione “Renaissance des Appellations”, diventa un punto di riferimento mondiale per la biodinamica. L'azienda (gioiello pregno di storia di monaci e re) è composta da un antichissimo monastero, il rudere di un castello e i vigneti, 7 ettari dei quali sono un'unica vigna che – fra le rare in Francia - fa denominazione a sé (Coulée de Serrant). Le Vieux Clos è uno dei 3 Chenin Blanc prodotti. L'uva del 2015 ha conosciuto la botrite e si sente: ha un'anima doppia, triangolare; profonda di iodio e acuta di freschezza. Una bottiglia intrigante, che avviluppa bocca e pensiero.
Copyright © 2000/2024
Contatti: info@winenews.it
Seguici anche su Twitter: @WineNewsIt
Seguici anche su Facebook: @winenewsit
Questo articolo è tratto dall'archivio di WineNews - Tutti i diritti riservati - Copyright © 2000/2024