Col d’Orcia, 142 ettari a vigneto coltivati a biologico, per una produzione complessiva di 800.000 bottiglie, è una realtà produttiva dimensionalmente piuttosto insolita per il comprensorio di Montalcino. Di proprietà della famiglia Marone Cinzano fin dal 1973, si trova al confine meridionale del Comune tra la frazione di Sant’Angelo in Colle e il fiume Orcia. È stata capace di guadagnarsi un posto di primaria importanza nel vasto e competitivo scenario aziendale della denominazione, grazie soprattutto a scelte stilistiche sobrie e rigorose. E il Brunello Poggio al Vento Riserva, oggetto del nostro assaggio, ne è una dimostrazione tangibile, anzi, forse un vero e proprio simbolo, mantenendo ben leggibile la sua cifra stilistica uguale a sé stessa nel tempo. Nato nel 1982 già come “single vineyard”, una rarità per quei tempi e, a ben guardare, ancora oggi, rappresenta una delle espressioni più coerenti e classiche del Brunello di Montalcino. La versione 2013, affinata in legno grande per quasi quattro anni e figlia di un’annata particolarmente felice per i vini ilcinesi, è, tanto per non fare inutili giri di parole, di grande livello. Per giovinezza, complessità aromatica - timbri balsamici, speziati e fruttati a rincorrersi con cenni floreali e di grafite - e per una progressione gustativa a dir poco avvincente, sapida e articolata, dal sorso raffinato, continuo, profondo e succoso.
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