La cantina Col Vetoraz sta proprio in cima al col Vetoraz, a 400 metri di altezza, parte della celebre zona del Cartizze, fazzoletto di vigneti pregiati della Docg Valdobbiadene. La famiglia Miotto vi risiede e vi coltiva la vite da metà dellʼ800 e un suo erede - Francesco Miotto - ha trasformato questa tradizione in azienda nel 1993, insieme all'agronomo Paolo de Bortoli e all'enologo Loris Dall'Acqua. Producono in media 1.250.000 bottiglie all'anno a partire da vigne di proprietà per un 20%, e per il restante da 72 conferitori di fiducia, che seguono e consigliano durante tutto l'arco dell'anno. Ne ricavano 8 diverse etichette (fra cui anche una versione ferma di Glera e un rosato da Pinot Nero), da cui hanno scelto di togliere - a partire dal 2017 - la parola “Prosecco” nel caso degli spumanti, utilizzando solo la denominazione Valdobbiadene Docg “essendo questa l'unica e vera identità territoriale”: la loro azione di difesa della terra vocata a cui appartengono di fronte al dilagare della produzione in province e regioni, che poco hanno a che fare con le origini storiche del Prosecco e che ne hanno banalizzato il nome. Il Valdobbiadene Dry 2021 è succoso: merito del dosaggio che fa emergere tutta la semplice ma golosa aromaticità della Glera. Pera matura e mela e pesca bianca anticipano un sorso dolce, sapido e molto cremoso, che rivela anche delicate note floreali e di melone bianco in chiusura.
(ns)
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