Fra un po’ saranno duecento, tondi tondi: di certo una delle botteghe d’Italia col maggior numero di anni sulle spalle, anche se magnificamente portati. Parliamo dell’enoteca Trimani, a Roma dal 1821 e sempre condotta dalla stessa famiglia: che ha insegnato a bere bene a chiunque si fosse prima o poi deciso ad approcciare al vino migliore, puntando subito al sodo. Però, fermi restando i meriti conclamati nell’aver divulgato il verbo enoico, è di altro che qui racconteremo. Per la precisione di una cantina storica del Frusinate, specificamente collocata in quel di Anagni e sorta negli anni Cinquanta: trattasi di Colacicchi, rilevata dai Trimani nei Novanta, che dopo un periodo di pausa riflessiva vede oggi la dinastia intenta in un suo dinamico recupero, nel rispetto e nel ricordo dei brillanti risultati ottenuti in tempi davvero non sospetti. Oggi anche in conversione biologica: con una batteria molto interessante suddivisa fra bianchi di bella personalità, come lo Stradabianca o il Collepero, maturo e articolato, e rossi di beva schietta e rassicurante (come lo Schiaffo e il Tufano) o dal passo più austero, come il Romagnano. Fino al grande classico, il Torre Ercolana, di cui il 2015 (assaggiato in anteprima e in uscita a breve) è una sicurezza: dal passo elegante, fine ma strutturato, avvolgente ma solido. Un rosso di caratura, da poter attendere pazientemente in cantina.
(Fabio Turchetti)
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