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SPUNTATURE

Come cambia il Disciplinare di produzione dei vini dell’Etna

Sono state approvate in Luglio 2021 (manca solo la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale) alcune modifiche al Disciplinare di produzione dei Vini dell’Etna e che entreranno a regime già nella vendemmia 2021. Il Disciplinare, varato per la prima volta nel 1968 e successivamente modificato nel 1976, nel 2011 e nel 2014, cambia ancora pelle, anche se con provvedimenti più di rifinitura che con veri e propri sconvolgimenti. Il grosso dei punti presi in esame riguarda gli spumanti, tipologia sempre più sulla cresta dell’onda, con la distinzione più chiara tra “Etna Spumante Bianco” ed “Etna Spumante Rosato”, e con un innalzamento della percentuale minima di Nerello Mascalese da utilizzare, che passa dal 60% all’80%. Si abbassa anche la gradazione minima delle uve alla raccolta destinate alla spumantizzazione, che passa da 10 a 9,5% Vol.. Stesso decremento di mezzo grado anche per la tipologia Rosato fermo, che passa da 12 a 11,5% Vol.. Una mossa decisamente opportuna che permette di anticipare la vendemmia, dando così modo ai produttori di operare scelte vendemmiali in sintonia con i sempre più marcati cambiamenti climatici, che, purtroppo, colpiscono anche questo areale. Sempre in tema di Rosato, sia fermo che spumante, vengono ritoccati i parametri dei colori ammessi, comprendendo tonalità più tenui fino alle sfumature aranciate. Di portata più generale e non meno importante, le modifiche che riguardano l’innalzamento del numero dei ceppi minimi per i nuovi impianti, portato a 4.600; l’introduzione tra quelli dove si producono i vini dell’Etna del comune di Regalna al posto di quello di Paternò; il decadimento dell’obbligo del tappo raso per tutte le tipologie dei vini Etna, restando per gli Etna Rosso Riserva e Etna Bianco Superiore; riduzione del volume massimo dei contenitori in vetro da 5 a 3 litri, con solo le bottiglie di forma tradizionale che possono arrivare anche a 18 litri.

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