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CONFEDERAZIONE ITALIANA AGRICOLTORI (CIA): “SULLA LEADERSHIP DELL’ITALIA DEL VINO INCOMBE LA CONCORRENZA SPAGNOLA”

“La vitivinicoltura italiana, la seconda per produzione nel mondo dopo quella francese, rischia di perdere un’importante leadership a vantaggio di quella spagnola, che ha compiuto notevoli passi avanti”: è il grido d’allarme lanciato dal presidente nazionale della Cia-Confederazione Italiana Agricoltori Giuseppe Politi.

“Il mercato vitivinicolo del nostro Paese - secondo la Cia - segna una battuta d’arresto e negli ultimi mesi appare del tutto fermo per i vini di alta gamma e per quelli di bassissima qualità, tanto da portare ad una diminuzione dei prezzi all’origine dei primi ed a richiedere una distillazione di crisi per i secondi. La questione di base, quindi, resta come riposizionare la nostra produzione in una nuova fase di sviluppo ed equilibrio fra larga domanda e largo consumo con giusto rapporto fra prezzi e qualità”.

Il presidente dell’organizzazione agricola ha sottolineato come la legge 164/92 abbia adempiuto in maniera positiva all’obiettivo di valorizzare e tutelare le denominazioni di origine (Docg e Doc) e le indicazioni geografiche (Igt) dei vini italiani. Tuttavia, secondo Politi, “il disegno di legge del governo sulla tutela delle denominazioni di origine e delle indicazioni geografiche dei vini, nel riscrivere totalmente la legge 164/92, non risponde, se non in maniera molto marginale, alle aspettative dei produttori”.

”La strada segnata nel giugno dello scorso anno dalla Commissione dell’Unione Europea con la riforma, già attuata per la Pac, compresi olio, tabacco, cotone e lino, dovrebbe - ha sottolineato Politi - ripercuotersi anche per le Ocm non ancora prese in considerazione come il vino. In ogni caso, appare necessaria - ha concluso il presidente della Confederazione - una discussione preventiva che, in una situazione di incertezza sul futuro finanziario dell'Unione per il periodo 2007/2013, non faccia pagare ai settori non ancora riformati, come appunto il vino, il tributo più alto sulla via dei tagli alle spese. Per questo è importante che per il settore vitivinicolo, che negli ultimi dieci anni è costato poco all'Unione, venga consolidato, per ciascun paese, il livello finanziario fin qui acquisito e venga ulteriormente ampliato in virtù dei risparmi precedenti”.

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