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CONVEGNO MIB SCHOOL OF MANAGEMENTE DI TRIESTE - GLI ELEMENTI NEGATIVI CHE STANNO SEGNANDO IL COMPARTO VINO POSSONO ESSERE FRONTEGGIATI CON STRUMENTI DEL MONDO DELLA FINANZA

Elementi negativi stanno facendo sentire la propria influenza sul comparto del vino (la riduzione delle superfici coltivate, la riduzione del numero di aziende, la riduzione della quota italiana sul mercato mondiale) potrebbero essere efficacemente fronteggiati ricorrendo a strumenti che la finanza può mettere a disposizione per sostenere gli investimenti o favorire l’accorpamento di più aziende. Così ieri al seminario su “Strumenti finanziari avanzati per il settore vitivinicolo”, organizzato da Mib School of Management per il primo master italiano in gestione di impresa per operatori del settore vitivinicolo, autorevoli “addetti ai lavori” di vino e di finanza (dall’imprenditore Vittorio Frescobaldi a Vincenzo Gallo, responsabile studi societari Selma BiPiemme di Mediobanca; da Fabio Mungai, responsabile Direzione Immobiliare Selma BiPiemme a Giacomo Campora, direttore asset management Lloyd Adriatico Assicurazioni). Ma l’Italia ha ancora molta strada da percorrere in questo settore, dove i competitor esteri, soprattutto nel cosiddetto “Nuovo Mondo”, sembrano avere fatti passi in avanti considerevoli (in Australia, ben 14 sono le aziende quotate sul mercato azionario; 8 in Francia e Usa; 5 in Canada e Cile, 4 in Spagna; in Australia esistono ben 5 fondi comuni d’investimento specializzati nel mercato vitivinicolo).
Il workshop (organizzato dal Mib School of Management, tel. 040/9188110, www.mib.edu), che ha analizzato il mercato del vino e la situazione delle aziende italiane, ha messo in risalto la necessità per le imprese di attivare nuove strategie per l’acquisizione di capitali, necessari per compiere il salto di qualità dimensionale e per il mantenimento costante del livello qualitativo, nonché per fronteggiare pericoli incalzanti quali i consumi in calo, la concorrenza di nuovi Paesi, la polverizzazione delle situazione delle nostre aziende produttive.
Vittorio Frescobaldi, uno dei primi produttori in Italia ad aver creduto nell’importanza e nell’utilità degli strumenti finanziari, ha detto che “ogni imprenditore deve avere in primo luogo idee e sviluppare progetti; la finanza può diventare uno strumento fondamentale per sostenerli. Fin dalla fine degli anni ’80, l’azienda ha sperimentato e utilizzato molti strumenti nuovi per il settore: future, obbligazioni cum warrant (utilizzando come warrant preziose bottiglie di Brunello di Montalcino), joint ventures, investment banking, che hanno sempre dato buoni risultati”. La lungimiranza della storica casa vinicola toscana è attestata anche dai numerosi rapporti di collaborazione attivati in campo internazionale (con la griffe Usa, Mondavi, ndr).
SelmaBiPiemme (gruppo Mediobanca: www.selmabipiemme.it) ha quindi nuovamente presentato uno strumento realmente innovativo, attivato da pochi anni, ma che sta dando ottimi risultati e che si sta affermando nel panorama vitivinicolo italiano: il leasing di vigneti. Attivato a titolo sperimentale nel 1999, si è ormai affermato sul mercato e la società dedica un settore specifico a questa attività; i meccanismi sono i medesimi che regolano la normale attività di leasing e vengono applicati all’acquisto di terreni vitati o ancora da organizzare dal punto di vista produttivo; il finanziamento copre il terreno, gli impianti, ed anche i costi accessori (spese notarili, imposta di registro …). Possono usufruire del finanziamento le società di capitali, le snc e le società in accomandita semplice. L’importo minimo per l’operazione è fissato in 500.000 euro.
Il direttore asset management Lloyd Adriatico Assicurazioni Giacomo Campora ha spiegato le dinamiche alla base della scelta di investire in una società vitivinicola. L’analisi dettagliata attuata dagli esperti sull’azienda deve confermare alcuni punti considerati fondamentali: alta qualità dei prodotti e costante mantenimento della qualità stessa anche a fronte di onerosi investimenti (per le aziende europee medie e medio piccole lo standard qualitativo è considerato il primo elemento da rispettare per essere competitive sui mercati); buon posizionamento non soltanto sul mercato domestico (spesso sufficiente solo a coprire i costi) ma anche sui mercati internazionali (molto importanti i mercati del Nord Europa); una gestione finanziaria chiara e trasparente, condivisa con tutti i soci; un management completamente dedicato al vino, che investe gli utili in progetti di sviluppo legati all’azienda; una politica di marketing e comunicazione, che affianchi efficacemente i processi di pura produzione.

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