Il nome Salealto racchiude le due caratteristiche principali di questo nuovo bianco dei fratelli Cusumano: l'altitudine (di 700 metri s.l.m., propria di Ficuzza - zona nell'entroterra a sud di Parlemo, vocata per la produzione di vino anche grazie agli inverni rigidi e alle estati miti) e l'accentuata sapidità. Nato dal blend di Grillo, Zibibbo e Insolia, Salealto ha un'altra peculiarità: è il primo esperimento dell'azienda in fatto di lieviti indigeni. Con l'intento di superare la standardizzazione dei lieviti selezionati commerciali (e non restare, allo stesso tempo, in balia dei risultati incostanti ottenuti dai pied de cuve), da Cusumano hanno scelto una via altamente tecnologica: un percorso lungo 3 anni di fermentazioni di prova con i mosti separati dei tre vitigni, per arrivare ad una cernita precisa e sterile dei propri lieviti locali più adatti ad ottenere il vino che avevano in mente. Ed eccolo qui: un naso spiccatamente fruttato e floreale seguito da una bocca inizialmente morbida di note burrose e poi lungamente sapida. Un sorso ben bilanciato, dove l'aromaticità dello Zibibbo è tenuto a bada dall'acidità del Grillo e dell'Insolia, raccolti lievemente in anticipo per preservarne proprio questa caratteristica. Il 2018, annata fresca e abbastanza piovosa, ha di certo dato una mano nell'intento, unitamente alle sopracitate caratteristiche pedo-climatiche di Ficuzza.
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