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DA VICENZA I SOMMELIER SOLLECITANO IN ITALIA LA VENDITA DI VINO AL BICCHIERE, COME GIA' ACCADE IN TANTI ALTRI PAESI

Incentivare in ristorante il vino "al bicchiere" come già accade in altri Paesi per ritrovarsi un conto meno salato e avere la possibilità di degustare anche più vini: è una delle ricette per ovviare al costo, spesso elevato, di una bottiglia di vino, emerse alla tavola rotonda "Quanto mi costi cara bottiglia", promossa a Vicenzafiere da "Duemilavini", rassegna organizzata dall'associazione sommelier del Veneto. A ribadirlo alcuni grandi produttori veneti secondo i quali per offrire al cliente un prodotto con un corretto rapporto qualità prezzo, è necessario che tutti gli attori della filiera "facciano un esame di coscienza e ripensino alle proprie strategie commerciali".

Parola di Giancarlo Moretti Polegato, titolare di Villa Sandi, casa vinicola a Crocetta del Montello (Tv). Mauro Lunelli, patron di Ferrari, l'azienda spumantistica trentina, ha manifestato perplessità sul fatto che gli italiani siano disposti a pagare, al supermercato, anche 25 euro per una bottiglia del tanto celebrato champagne, mentre storcono il naso se lo stesso prezzo viene richiesto, in enoteca, per il nostro Metodo Classico.

Nel convegno, relativamente agli spumanti, è emerso che gli italiani ne consumano poco (due bottiglie pro capite l'anno) poiché viene considerata una tipologia di vino prettamente legata alla festa. Mentre tedeschi, francesi e spagnoli ne consumano rispettivamente sei, cinque e quattro. Lo spumante - ha sottolineato Franco Ricci, curatore della guida Ais Duemilavini - invece, dovrebbe essere considerato un vino a tutto pasto".

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