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DAL PETROLIO AL VINO: IL PRESIDENTE DELL’API, ALDO BRACHETTI PERETTI DEBUTTA CON I SUOI VINI CREATI DAL PRINCIPE DEGLI ENOLOGI ITALIANI GIACOMO TACHIS

Italia
Giacomo Tachis firma i vini del conte Aldo Brachetti Peretti

Il petrolio per business, il vino per passione. Barili e barriques, un sodalizio davvero inedito sperimentato con successo dal conte Aldo Brachetti Peretti. Il presidente dell’Api, l’azienda petrolifera italiana a capitale interamente privato, si sta cimentando da tempo (i “progetti enologici” dell’industriale marchigiano furono anticipati nel 2001 da www.winenews.it , ndr) creazione di un potente vino rosso di ispirazione bordolese, il Pollenza, affinato nella cantina dell’azienda di famiglia “La Parisiana” di Tolentino, posta sui colli di Macerata e dotata di 40 ettari di vigneto.
A dare l’input, un amico e nobile viticoltore dello stesso Brachetti Peretti che con sapiente intuito ed esperienza ha intravisto per primo le potenzialità dell’azienda agricola. “Mi sono fidato dell’esperienza del marchese Carlo Guerrieri Gonzaga (il papà del San Leonardo, ndr) - spiega il conte - che nella sua tenuta trentina di Avio ha saputo creare vini eccezionali con vitigni francesi, seguendo i consigli di Giacomo Tachis, padre di grandi vini come il Sassicaia”.
E per l’azienda “La Parisiana”, lo stesso Giacomo Tachis sembra mostrare un certo debole non fosse altro per la presenza in cantina di Umberto Trombelli, uno degli allievi prediletti, che dopo un‘esperienza di successo con la Umani Ronchi (di proprietà di Massimo, Michele e Stefano Bernetti) ha deciso di intraprendere la libera professione. “Le vigne (curate da un altro “grande” nome del vino, Vincenzino Melia, ndr) sono ancora giovani - sottolinea a WineNews, il padre del Sassicaia - ma stanno già dando buoni risultati ed il vino, grasso e rotondo, ha ottime caratteristiche organolettiche derivanti dall’impiego di cabernet, merlot e petit verdot”.
I vini (la produzione complessiva è di 25.000 bottiglie; saranno 75.000 a regime) hanno già passato un anno in barrique ed uno in bottiglia, ma l’annata principe dovrebbe essere quella del 2003. Anche la grande cantina di mattoni rossi destinata ad ospitare il Pollenza è quasi terminata con una dotazione di 200 barrique. Ed accanto alle casse del Pollenza, fanno anche bella mostra di sé le altre etichette del Brachetti Peretti, Cosmino e Brianello, dedicate ai due nipoti del conte. Quasi un segno di una dinastia che, nel vino, ha deciso di perpetuarsi: “del resto - spiega il conte Aldo Brachetti Peretti - la molla che mi ha spinto ad investire in vigna è stata proprio la voglia di tramandare ai miei quattro figli l’idea ed il valore della terra”.

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