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AGROALIMENTARE E DAZI

Dazi Usa, a rischio il 50% dell’agroalimentare italiano e il falso made in Italy ringrazia Trump

Una pioggia di dazi che, secondo Coldiretti, può riversarsi a valanga sull’economia italiana, a ringraziare è la lobby del falso Made in Italy
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Dazi, in Usa ai alza l'allarme sul falso made in Italy

Italia al centro dei dazi voluti dal presidente americano Donald Trump, a rischio il 50% dei prodotti dell’agroalimentare. Emerge da una analisi della Coldiretti sugli effetti provocati dai nuovi dazi annunciati da Washington nei confronti dei prodotti dell’Unione Europea.
Si tratta di un duro colpo per l’Italia che ha aumentato dell’11 % le esportazioni agroalimentari in Usa nel primo trimestre del 2019 dopo che lo scorso anno nel 2018 si era registrato il record per un valore di 4,2 miliardi (+2%), secondo l’analisi della Coldiretti su dati Istat.
Gli Usa, sottolinea la Coldiretti, minacciano di colpire importanti prodotti agricoli e alimentari di interesse nazionale come i vini tra i quali il Prosecco ed il Marsala, formaggi, i salumi, la pasta ma anche l’olio di oliva, gli agrumi, l’uva, le marmellate, i succhi di frutta, l’acqua e i superalcolici.
Il Parmigiano e il Grana, che vedono nell’America il secondo mercato di riferimento, dopo la Germania, valgono 149 milioni di euro di export in Usa nel 2018 con un crescita di oltre il 35% nel primo trimestre di quest’anno. Mentre il valore totale dei formaggi made in Italy negli Usa supera i 270 milioni di euro. Ma nella black list, continua la Coldiretti, ci sono anche gli agrumi, le marmellate, i succhi d’uva e di frutta, l’acqua minerale, i superalcolici e alcune varietà di pesce. Senza dimenticare il vino che, con un valore delle esportazioni di quasi 1,5 miliardi di euro nel 2018, è anche il prodotto agroalimentare italiano più venduto negli States.
Una mossa che andrà senza dubbio a favorire la produzione del falso Made in Italy alimentare che negli Usa fattura 23 miliardi di euro secondo una stima della Coldiretti. Ad essere più imitati infatti sono proprio i salumi ed i formaggi italiani presenti nella lista aggiuntiva. La produzione di imitazioni dei formaggi italiani in Usa secondo l’analisi Coldiretti su dati USDA ha avuto una crescita esponenziale negli ultimi 30 anni ed è realizzata per quasi i 2/3 in Wisconsin e California mentre lo Stato di New York si colloca al terzo posto. In termini quantitativi in cima alla classifica c’è la mozzarella con 1,89 miliardi di chili all’anno, seguita dal parmesan con 204 milioni di chili, dal provolone con 180 milioni di chili, dalla ricotta con 108 milioni di chili e dal Romano con 26 milioni di chili realizzato però senza latte di pecora. Il risultato è che sul mercato americano appena l’1% in quantità dei formaggi di tipo italiano consumati ha in realtà un legame con la realtà produttiva tricolore mentre il resto è realizzato sul suolo americano.
“Ci sono le condizioni per evitare uno scontro dagli scenari inediti e preoccupanti che rischia di determinare un pericoloso effetto valanga sull’economia e sulle relazioni tra Paesi alleati” ha affermato il presidente della Coldiretti Ettore Prandini nel sottolineare che “gli Usa si collocano al terzo posto tra i principali italian food buyer dopo Germania e Francia, ma prima della Gran Bretagna”.

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