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DEBUTTA IN ITALIA IL TAPPO DI VETRO … LA PRIMA AZIENDA E’ L’AZIENDA ALTOATESINA MANINCOR. WINENEWS NE HA PARLATO CON L’IMPRENDITORE MICHAEL GRAF GOESS ENZENBERG

Italia
Tappo in vetro: l\'azienda altoatesina Manincor, la prima a sperimentarlo in Italia

L’azienda altoatesina Manincor inizierà, tra qualche settimana, a sperimentare il tappo in vetro, per primi in Italia, anche per i rossi. Del vetro quale materiale inerte, bello e funzionale, adatto a sostituire i tappi di sughero si parla già da qualche tempo (e se n’è discusso anche a Vinitaly).

“Già quando ero studente di enologia - racconta a WineNews il conte Michael Graf Goess-Enzenberg, titolare della tenuta di Manincor - avevo pensato ad un tappo in vetro e volevo brevettare l’idea”. Il tappo è stato poi invece perfezionato da un’azienda tedesca, la Alcoa, e prevede un piccolo anello in silicone che ne garantisce la tenuta. La bottiglia deve essere leggermente modificata, più larga al vertice delle usuali, così come la linea di imbottigliamento. “Ma si tratta di aggiustamenti di lieve entità se si usa l’imbottigliatrice per i tappi a vite”, assicura il conte Michael Graf Goess-Enzenberg. A bloccare il vetro una capsula di alluminio e, una volta tolta quest’ultima, si può aprire e chiudere il tappo a pressione.

I vantaggi sembrano innegabili: si elimina il rischio di sapore di tappo e la difficoltà crescente di trovare sughero di qualità; l’anello di silicone sembra che sigilli molto bene la bottiglia, oltretutto entrando in contatto con il vino per una superficie inferiore al millimetro; il tappo in vetro è esteticamente molto bello a vedersi, non svilisce assolutamente il prodotto. Anche i costi sembrano competitivi.

“Se per un buon tappo di sughero spendo 60 centesimi, quello in vetro mi costa solo 40 centesimi di euro” spiega ancora il titolare della tenuta altoatesina Manincor, che si appresta a imbottigliare così una parte della sua Schiava e anche della “Riserva del Conte”.


Il ritratto - La Tenuta di Manincor

Da quando, nel 1991, il Conte Michael Graf Goess-Enzenberg ha rilevato dallo zio la bellissima Tenuta di Manincor, sul Lago di Caldano, è cambiato tutto. Le uve non sono più conferite alle Cooperative di Caldaro e Terlano ma vinificate in proprio nella nuova cantina interamente costruita scavando sotto i vigneti che circondano la casa di famiglia che risale ai primi del Seicento.

Le uve, già di alta qualità, sono state ottenute con rese ancora più basse e introducendo metodi di coltivazione naturale. L’obiettivo del conte Michael Graf Goess-Enzenberg è quello di valorizzare al massimo le caratteristiche uniche delle sue uve, anche utilizzando poi in cantina per quanto possibile lieviti autoctoni e legno di rovere e di quercia locale per botti e barrique. Pure la nuova cantina rispecchia la filosofia dell’azienda. E’ interamente circondata da un grande corridoio, dove scorrono tutte le tubazioni tecniche, e che funziona come polmone termoregolatore.

Costruita in cemento armato a vista di alta qualità, anche se interamente sotterranea prevede strategici condotti di luce per utilizzare il meno possibile l’illuminazione artificiale. Bella a vedersi ed ecologica.

Oggi la Tenuta di Manincor, con 45 ettari di vigna in produzione, è la più grande tenuta in Alto Adige, che vinifica esclusivamente uve proprie. La produzione è, attualmente, di 130.000 bottiglie che, in pochi anni, è previsto che triplichino. Vi si coltivano sia vitigni autoctoni che internazionali per ottenere vini che, secondo la filosofia dell’azienda, anche se complessi devono restare eleganti e bevibili. Tra le chicche un vino dolce strepitoso, una sperimentazione fuori commercio di Petit Manseng, lasciato appassire in vigna sino a fine novembre e non botritizzato.

Alma Torretta

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