Per moltissimi anni l’unica realtà enologica molisana degna di nota, presente infatti su qualsivoglia specifica guida nazionale. Ma anche ora che il Molise si sta finalmente muovendo (pur se ancora con passi da bradipo) l’autorevolezza della cantina, in qualità di capostipite indiscussa di tutto il vino regionale, non è mai stata posta in discussione da nessuno: visti l’articolato percorso seguito e gli unanimi traguardi raggiunti, letteralmente da decenni. Attualmente è Alessio Di Majo Norante a condurre i giochi, certificati biologicamente dal 1996 e seguiti nel vigneto da Francesco Rizzo e in cantina da Riccardo Cotarella, presidente mondiale degli enologi. Un’azienda che continua a mordere il freno senza sosta: basti pensare che nell’ultimo lustro le terre di proprietà sono aumentate di un ulteriore 25% rispetto ad un pur recente passato, ampliamento emblematico della costante evoluzione. Le vigne, collocate su suoli calcareo-argillosi, pur se a ridosso del mare arrivano a toccare all’incirca i cento metri di altitudine: per una gamma variegata, fra cui grande spazio è dedicato a Greco, Aglianico e ad altri vitigni simbolo del nostro Meridione vitivinicolo. Davvero niente male, poi, la declinazione passita del Moscato: dolce di acacia, glicine, miele, caramello e fichi secchi, e con palato carezzevole ma non stucchevole, persistente e dai pieni riscontri gusto-olfattivi.
(Fabio Turchetti)
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