Il Chianti Classico 2019, prodotto al centro della possibile ed auspicabile sottozona (Uga) di Vagliagli, restituisce tutto il buono di un’annata dalle prospettive molto intriganti per i vini prodotti nella denominazione del Chianti Classico. Fragrante ed intenso l’apporto aromatico, con il fruttato rosso rigoglioso e continuo ad anticipare uno sviluppo gustativo succoso, ben modulato e dal finale energico e non privo di contrasti nei suoi ritorni speziati. Magnate del petrolio con la passione per il vino, che lo ha condotto ad investire in Argentina, Uruguay, Francia e Italia, Alejandro Bulgheroni, tra i 1.000 uomini più ricchi del mondo secondo Forbes, ha costruito in Toscana un vero e proprio impero enoico, con roccaforti nelle migliori denominazioni regionali. Dal Chianti Classico a Montalcino, passando per Bolgheri, in pochi anni il petroliere argentino ha messo insieme oltre 300 ettari a vigneto, divisi tra le aziende Dievole, Poggio Landi, Podere Brizio, Tenuta le Colonne e Tenuta Meraviglia. Aspettando un più che giustificato assestamento complessivo dei vini prodotti in areali così diversi, quelli che già hanno acquistato una fisionomia definita e qualitativamente significativa sono senz'altro le etichette chiantigiane prodotte a Dievole, che è, peraltro, il primo progetto realizzato in Toscana (2012) e che oggi conta su 80 ettari a vigneto, per una produzione di 350.000 bottiglie.
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