Storia lunga e gloriosa (start nel 1825, coi Faiveley da allora in campo), taglia vitata inusitata (57 ettari) per la Bourgogne dei micro-proprietari, pochi acquisti (destinati quasi al solo vino base) e un mazzo di Cru davvero unico: 12 grand e 25 premier. Gran lavoro da fare, dunque. Affidato dal 2007 a uno chef de cave giovane, duttile, luminoso nel carattere come i vini che è chiamato a sfornare rimodulando la mission della casa da obiettivi di super longevità (pagata con qualche severità iniziale) a maggior godibilità già in uscita, ma senza abiure di qualità. Per riuscirci, a Jerome Flous sono stati dati pieni poteri, due cantine, 80 dipendenti, il salto netto verso l’ecocompatibilità e un’organizzazione finissima in vendemmia. L’esito? Una batteria top, inserita da Christie’s tra i dieci brand borgognotti da massima attenzione e valore di gamma. Con scelta dunque, difficile, caduta sul Gevrey-Chamberin Les Cazetiers, 4 ettari sui 10 del Cru in mano alla Maison, vigne di due età, naso appena ridotto in partenza, poi piccoli frutti, mirtillo e panna, tipicità e finezza, dolcezza di fragole nel finale, ben consolidato però da una trama tannica fitta e levigata insieme. Costa 110 euro, prezzo – si sa - non per tutti, ma possibile per uno sharing tra appassionati, e (visti i costi folli che girano per la tipologia) occasione umana per un approccio altissimo, ma non da soli emiri.
(Antonio Paolini)
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