Prima il Dolcetto, poi un Barolo Bussia. Sono questi i primi anni di Domenico Clerico, appena presa in mano l’azienda dal padre nel 1976, quando specializzarsi sul proprio vino di qualità era ancora una scommessa azzardata. Dopo i 3 ettari di Dolcetto e il terreno in Bussia, arrivano altri appezzamenti vicino a casa, a Monforte d’Alba, e infine - nei primi anni 2000 - lo “sconfinamento” a Serralunga d’Alba. Domenico Clerico cercò sempre di trasmettere integre al vino le caratteristiche di ogni sua vigna e si trovò a condividere lo stile dei produttori “modernisti” di Barolo, che guardavano alla Francia producendo vini di concentrazione; lui stesso, però, si tirava fuori dalla diatriba coi “tradizionalisti”, sostenendo che nel lungo periodo era solo il lavoro in vigna a parlare. Oggi l’azienda vive del lavoro della moglie Giuliana Clerico e del direttore Oscar Arrivabene, che coltivano e vinificano i 21 ettari di vigna a Nebbiolo, Barbera e Dolcetto, cercando di rimanere fedeli all’interpretazione innovativa e rispettosa di Domenico. A fianco al Pajana, al Ciabot Mentin, al Percristina e all’Aeroplanservaj, c’è il Barolo del Comune di Monforte d’Alba, che riunisce tutti gli appezzamenti del comune: una sorta di carta d’identità aziendale dalla trama fitta e l’incedere risoluto - nella versione 2019 - che diffonde profumi e sapori di ciliegia, vaniglia, rosa e mentuccia tramite un lungo sorso caldo e pepato.
(ns)
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