Ben Ryé, figlio del vento, è un vino passito di Pantelleria che nasce dalla viticoltura eroica praticata sui terrazzamenti cinti da muretti a secco dell’isola siciliana, caratterizzata da inverni miti ed estati asciutte e ventilate. Qui le viti sono coltivate ad alberello, una tecnica di coltivazione articolata, accompagnata da rituali e riconosciuta dieci anni fa dall’Unesco “Patrimonio Culturale Immateriale dell’Umanità”. Quella di Pantelleria è una delle quattro tenute dell’azienda fondata nel 1983 da Giacomo e Gabriella Rallo, che hanno voluto richiamare nel nome della cantina la storia, raccontata da Giuseppe Tomasi di Lampedusa, di una regina in fuga che trovò rifugio proprio in questa parte di Sicilia, dove oggi si trovano i vigneti aziendali. Oltre a Pantelleria - dove Donnafugata è approdata nel 1989 dando vita a un passito frutto di quel saper fare sartoriale e sostenibile proprio del brand - i 410 ettari della società si estendono in zone territoriali tra loro differenti: da Contessa Entellina a Vittoria fino all’Etna. In apertura il Ben Ryé sprigiona note fruttate di albicocca, pesca, mango, papaya, seguite da sentori di erbe mediterranee. Al palato si ritrovano gli aromi fruttati e i sentori di erbe aromatiche, uniti a una sfumatura di miele, in perfetto equilibrio tra freschezza e dolcezza. Ideale come vino da meditazione, Ben Ryé è da provare anche con formaggi erborinati.
(Cinzia Meoni)
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