Ha profumi molto delicati di fiori di acacia e di iodio questo Damarino, che contiene in sé il mare, non solo nel bicchiere ma anche nel nome e nella bellissima e coloratissima etichetta - come tutte quelle di Donnafugata, del resto - disegnata dal padovano Stefano Vitale. Iodio e fiori di acacia, dicevamo, ma anche pera matura, cedro, melone bianco e un tocco mentolato fanno intuire una certa morbidezza e ampiezza materica; che infatti così esordisce: glicerico e generoso di sapori e mineralità, distribuisce pepe e calore lungo tutto il sorso, chiudendo su note ammandorlate. L'Ansonica, il Grecanico e il Catarratto che compongono il Damerino provengono dalla Sicilia sud-occidentale, nei territori limitrofi alla Tenuta di Contessa Entellina, dov'è nata Donnafugata segnando la storia dell'enologia siciliana da ormai 170 anni grazie alla famiglia Rallo. Tanta storia porta con sé tanta responsabilità, e quella ambientale fa parte delle sensibilità di José e Antonio, quinta generazione a guidare l'azienda. Fra le buone pratiche messe in atto negli ultimi 30 anni, Damarino ne porta una nuova: un tappo prodotto riciclando la plastica raccolta nelle zone costiere e altrimenti destinata a finire negli oceani. Una novità di Vinventions chiamata “Nomacorc Ocean”, che insegna ancora una volta quanto sia importante che tutta la filiera collabori unita per impattare sempre meno sul mondo e il suo eco-sistema.
(ns)
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