Ha indubbiamente una declinazione al "femminile", per il nome dell'uva, per il nome che porta, per il rosa antico dell'etichetta. Un vino siciliano bianco da sole uve indigene nato tre decadi fa: già questo lo rende particolare. Dietro c'è la mano di Franco Giacosa, l'enologo piemontese all'epoca in forza alla cantina di Casteldaccia, che aveva in testa un bianco da invecchiamento - da qui anche l'uso del legno, sette mesi di barrique in cui il vino rimane a contatto sulle fecce. I terreni sono quelli della Sicilia sud occidentale nel comune di Salemi, 300 metri di altezza e sistema di impianto ad alberello, bassissima resa, vendemmia a fine settembre. Insomma, un bianco importante da subito e che assieme al "fratello in rosso", il Nero D'Avola Duca Enrico, ha segnato la strada dei cru in Sicilia. Oggi anche l'attuale enologo, Francesco Miceli condivide le scelte del tempo, perché i tannini importanti dell'Insolia si stabilizzano al meglio con il rovere. 2014 annata bella in Sicilia e che ha reso questo vino molto mediterraneo con profumi di zagara a agrumi canditi, c'è miele di millefiori e di acacia e c'è anche lo zenzero. Tutte note di freschezza che si fanno più complesse in bocca anche grazie a legni ben amalgamati, alla sensazione di zafferano, a un apporto glicerico importante, a una pesca sciroppata che rende vellutata la beva. Una bottiglia che sta benissimo con le affumicature sul pesce.
(Francesca Ciancio)
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