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E' MONTALCINO IL PRIMO TERRITORIO DEL VINO CERTIFICATO ISO 14001: NELLE VIGNE DEL BRUNELLO ANCHE L'AMBIENTE CONTRIBUISCE ALLA QUALITA'. IL BOLLINO OTTENUTO DALLA SOCIETA' NORVEGESE DNV

Italia
Il centro storico di Montalcino

E’ il primo territorio del vino italiano in cui la qualità dell’ambiente è rigorosamente certificata: Montalcino, dopo quattro anni di lavoro, ha ottenuto dalla società norvegese Dnv il riconoscimento della certificazione Iso 14001, un sistema di norme che definisce come e quando una porzione d’ambiente è gestita secondo corretti criteri. L’iniziativa verrà presentata a Montalcino il 27 settembre ed è già stata accolta con interesse dai produttori locali.

Nove aziende di vino hanno già chiesto di certificarsi e molte altre potrebbero farlo nelle prossime settimane, grazie alla spinta del Consorzio del Brunello, che insieme a Provincia e Camera di Commercio di Siena ha finanziato l’intera operazione. Ci sono voluti quattro anni di lavoro da parte dell’amministrazione comunale e della CNA Siena (l'organizzazione dell'artigianato e delle piccole imprese di Siena, ndr), a cui spetta l’ideazione del progetto, per allineare il territorio ai requisiti previsti dalle norme Iso: è stato fatto ad esempio un piano di zonizzazione acustica ed è stata realizzata una prima parte del piano di depurazione delle acque. Tutti adeguamenti necessari per ottenere il marchio, che aggiunge valore turistico a un territorio già molto competitivo, grazie al fascino delle sue colline e alla fama dei suoi vini.

Il progetto “Montalcino per l’ambiente”, nato nel 1999 con l’obiettivo della certificazione ambientale, prevede il coinvolgimento delle aziende locali dei diversi settori produttivi, come commercio, turismo, artigianato e agricoltura. Il progetto ingloba vari protocolli che, settore per settore, definiscono i requisiti di base che le aziende devono garantire se vogliono ottenere la certificazione. L’adesione è su base volontaria e le norme fissano il comportamento ideale delle singole aziende. Nel settore agricolo, che a Montalcino è il più importante, sono accettate solo l’agricoltura biologica o i trattamenti con “lotta guidata”, quindi non indiscriminati e da effettuare solo in caso di effettivo bisogno. Nei vigneti, la punta di diamante dell’agricoltura locale, è previsto ad esempio che vengano usati solo pali e sostegni di legno, mai di cemento, e che vengano mantenuti filari di essenze locali, come cipressi e siepi di ginestro, per conservare il paesaggio e la biodiversità. Invece nel turismo e nella ricettività sono condizione necessaria il risparmio energetico o l’uso di prodotti biodegradabili nelle lavanderie.

“La grossa novità - spiega il sindaco di Montalcino Massimo Ferretti - è la presenza nel progetto dei regolamenti di settore. Se un’azienda si certifica sale un gradino sopra la concorrenza, quindi prevediamo una grande richiesta di adesioni. Si tratta di un’operazione importante perché, grazie al coinvolgimento del mondo produttivo, realizzeremo una vera politica ambientale. Il percorso è stato complesso e oneroso, ma alla fine ce l’abbiamo fatta”.
Tra realizzazione del progetto e interventi di adeguamento sono stati spesi finora 270.000 euro di fondi pubblici. “Montalcino anticipa un progetto della Provincia che punta a certificare l’ente e i 36 Comuni del territorio - ha commentato l’assessore provinciale all’ambiente, Alessandro Piccini - Attraverso il ruolo guida delle amministrazioni e la condivisione delle aziende vogliamo attivare un percorso che qualifichi ulteriormente il nostro territorio rendendolo vincente sul mercato”.

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