Una produzione limitata quella della famiglia Cianci, produttori di vino sull'Etna. Non più di 20 mila bottiglie in tutto a Passopisciaro, con un bellissimo vigneto in contrada Feudo di Mezzo, un antichissimo cratere spento nel versante Nord del vulcano. Le vigne sono quelle ad alberello con ceppi anche di ottant'anni. Domé sta per "è mio" per sottolineare la passione e l'appartenenza di Ninì e di sua figlia Paola a questa terra e a questo progetto che vede anche una proprietà a Milo, zona prediletta per i bianchi Etna Superiore Doc a base Carricante. Soffermandoci sul Rosso Etna Doc con vigneti a 700 metri di altezza e su terreni sabbiosi e ricchi di cenere e lapillo vulcanici, possiamo dire che il terroir restituisce quello che ci si aspetta, ovvero un vino luminoso, se pur scarico nel colore, delicato nei profumi ma assai vibrante in bocca e senza dubbio minerale nelle sue note di pietra focaia e di roccia. C'è una bella frutta rossa appena matura. Fa legno per 12 mesi in botti di rovere in maniera sapiente, con il fine di ammorbidire i tannini un po' rudi del Nerello. L'etichetta poi è un omaggio al quadrato a "A Muntagna": Aitna infatti era una polis siceliota situata alle pendici del vulcano fondata nel 476 a.C. da Gerone di Siracusa, mentre Zeus Aitnaios - che compare al centro - era il protettore del vulcano, divinità venerata dagli etnei.
(Francesca Ciancio)
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