È la cantina sociale più a nord del territorio viticolo italiano, la più piccola dell'Alto Adige e pure la più giovane: fondata nel 1961 da 24 famiglie (oggi conta su 150 ettari vitati condotti da 135 famiglie), quest'anno festeggia 60 anni e lo fa rinnovando il logo, cercando di aumentare il 15% di mercato estero e chiamando a rapporto Riccardo Cotarella. L'intento è quello di cercare di migliorare vini già tecnicamente notevoli e, perché no, puntare a qualche sperimentazione, che la cooperativa sogna da qualche tempo. La materia prima è preziosa, eredità vinicola antichissima che risale al 500 a.c.: vigne fra i 500 e i 950 metri s.l.m. esposte a sud, pendenze scoscese governate da terrazzamenti, lavorazioni a mano, terreni leggeri e poveri di eredità glaciale o da sedimenti fluviali. La produzione è in massima parte incentrata sui vitigni a bacca bianca, fra cui spiccano Kerner e Sylvaner (gli unici due Cru provenienti dai vigneti del monastero Sabiona). Declinati in 3 etichette diverse - annata, Aristos e Sabiona - sono il risultato di differenti rese e quindi struttura del grappolo, che permettono estrazioni differenziate. Il Sylvaner Aristos fermenta per metà in botti di acacia e per metà in acciaio e ci sembra la declinazione più equilibrata per questo vitigno, che dal 2019 riesce ad alternare dolcezza e sapidità in un sorso generoso, regalando aromi intensi di mela, mandorla fresca, agrumi, fiori di sambuco, erbe medicinali.
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