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POLITICHE EUROPEE

Elezioni europee, Cia: sembra che la politica si sia dimenticata dell’agroalimentare italiano

Gli Agricoltori Italiani chiedono un confronto con i rappresentanti politici: “il dibattito non verte sulle prospettive future dell’eurozona”
CIA-AGRICOLTORI, ELEZIONI EUROPEE, Mondo
La Cia-Agricoltori Italiani chiede un confronto politico in vista delle elezioni europee della prossima settimana

Si parla di Flat tax, del contratto di governo, di cannabis shop e di revoche di incarichi, ma non di agroalimentare. Alla vigilia delle elezioni europee, di vitale importanza per tutti i cittadini dell’Unione Europea, e i politici di ogni schieramento politico sembrano essersi dimenticati, o quasi, di uno dei settori cardine dell’economia italiana, sotto diversi aspetti. Questa è la critica che la Cia-Agricoltori Italiani lancia a poco più di una settimana dal voto, il 26 maggio. La campagna elettorale, secondo la Cia, non sta vertendo sulle prospettive future dell’eurozona, ma su questioni ancorate a una visione politica prettamente nazionale. In una fase storica dove le sfide del mercato globale sono sempre più difficili da superare e gli scenari geopolitici in costante evoluzione, Cia-Agricoltori Italiani ritiene, a questo punto, urgente un confronto serrato e costruttivo sulle politiche europee e su una loro possibile riforma.
Il rilancio di una visione federale e solidale dell’Europa; le regole e le procedure alla base delle sue decisioni, a partire dal ruolo del Parlamento; il protezionismo commerciale e lo sviluppo sostenibile; il tema cardine della nascita di una “vera” Unione politica per contrastare l’euroscetticismo: queste le principali questioni su cui gli Agricoltori Italiani attendono risposte dalla prossima legislatura, partendo ovviamente dalla nuova Politica agricola comune. In questi decenni la Pac, tra le politiche fondanti l’Ue, ha garantito la sicurezza e la salubrità delle produzioni agroalimentari, così come la tenuta dell’intero sistema rurale e la salvaguardia di biodiversità e ambiente. Ecco perché, sottolinea Cia, è necessario che il budget della Pac post 2020 non venga tagliato, ma si mantenga almeno l’attuale livello di spesa. Allo stesso tempo, bisogna accelerare il percorso di riforma della nuova Pac, già avviato in questa legislatura, in una logica di semplificazione, flessibilità e innovazione.
Inoltre, devono entrare nell’agenda politica comunitaria la riforma del sistema dei pagamenti, l’accrescimento delle politiche di sostegno all’organizzazione di filiera, il rafforzamento delle politiche di gestione delle crisi. Assieme ai due pilastri della strategia politica Cia: un progetto europeo di governo delle aree interne e nuovi accordi di libero scambio che da una parte sostengano l’export made in Italy e dall’altro tutelino i nostri prodotti sensibili da un import senza regole, anche rivedendo il funzionamento delle clausole di salvaguardia.

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