Si diverte a sperimentare: lui la chiama «la sana follia dell’esordiente». Emanuele Gambino ha vinificato la sua prima vendemmia nel 2020. Quattordici ettari di vigneti, coltivati in biologico, sulle colline che da Costigliole d’Asti, dove ha sede la nuova cantina, sconfinano fino in Langa, a Santo Stefano Belbo. È proprio qui che nasce il Moscato Bianco del Mo Frem, in quattro ettari di filari in un «surì», una collina soleggiata dove l’uva matura bene. Poca produzione, che non supera gli 80 quintali a ettaro. L’uva è dolce naturale, ma Emanuele ha voluto un Moscato secco: «Volevo creare un’alternativa ai miei vini rossi ma con un vitigno autoctono: amo e credo nelle potenzialità del Moscato, così nel 2020 ho fatto la prima sperimentazione e l’ho affinato in un’anfora di terracotta da 750 litri. Il 2021, invece, ha fatto solo acciaio: ho utilizzato il metodo Vinooxigen® messo a punto da due fratelli astigiani, l’enologo Andrea e l’ingegnere Luca Elegir, per produrre vino di alta qualità senza travasi». Mentre l’anfora esalta le note balsamiche del vitigno, l’acciaio mantiene un quadro aromatico molto più intenso: salvia, fiori bianchi, miele, albicocca. Al palato è secco con una lieve e piacevole nota mandorlata. È perfetto con il sushi e in genere con il pesce. Si abbina bene ai sapori agrodolci della cucina asiatica: provato con il pecking porc, il maiale cucinato alla moda pechinese.
(Fiammetta Mussio)
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