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LO SCENARIO

Estirpazione strutturale, fondo di emergenza, semplificazione: il vino francese alza la posta

Le richieste delle organizzazioni di categoria al Governo, “per salvare 59.000 imprese di una viticoltura di Francia sull’orlo del baratro”
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Il vino di Francia chiede estirpazione strutturale, fondo di emergenza, semplificazione

Un piano di estirpazione strutturale, per questioni economiche e sociali, che vada ben oltre i 9.000 ettari autorizzati per l’espianto a Bordeaux, concessi con il cavillo delle motivazioni sanitarie, con un accompagnamento economico anche per il riorientamento dei terreni a nuove colture o per chi vuole abbandonare la terra; un fondo di emergenza di almeno 80 milioni di euro, e non di 20, quanti stanziati ad oggi, per sostenere i flussi di cassa delle tante cantine francesi alle prese con il calo dei consumi, ma anche con il cambiamento climatico che complica la fase produttiva; più in generale, misure a breve e medio termine per un “piano d’azione forte e strutturale per la viticoltura”, e per la sopravvivenza di gran parte delle 59.000 imprese del vino francese, base di un filiera e di un sistema del vino francese forse, troppo spesso, preso ad esempio e considerato come un unicum, senza distinguere tra i grandissimi nomi di Bordeaux, Borgogna e Champagne, e senza considerare un volume enorme di produzioni di base e di altre denominazioni che non trovano mercato, e che si è scoperto improvvisamente fragile davanti a sfide come il calo dei consumi ed il cambiamento climatico. Sono tante le richieste al Governo di Francia da parte dell’Associazione Generale della Produzione Vitivinicola (Agpv), come riporta “Vitisphere”, che riunisce la Confederazione Nazionale dei Produttori di Vini e Acquaviti a Denominazioni di Origine Controllata (Cnaoc), Vignerons Cooperators (Vcf), Vignerons Indépendants de France (Vif), Confédération des Vins Igp (VinIgp) e Fédération Nationale des Syndicats d’Exploitation Agricoles (Fnsea).
Un sistema vino che, piuttosto compatto, alza la posta nel quadro delle proteste agricole che coinvolgono tutta l’agricoltura di Francia (e d’Europa), ed a cui il Primo Ministro francese, Gabriel Attal, ha promesso le prime risposte (dalla detassazione del gasolio agricolo alla semplificazione amministrativa, ad un fondo da 50 milioni di euro per l’agricoltura biologica). Con la risposta del Ministro dell’Agricoltura e della Sovranità Alimentare francese, Marc Fesneau, attesa per il 2 febbraio, quando sarà in visita a Montpellier. “L’estirpazione temporanea e permanente ed il sostegno agli agricoltori devono iniziare il prima possibile e le difficoltà normative devono essere rimosse. Nella prossima campagna di commercializzazione è inoltre necessario sostenere il riassetto della produzione nelle migliori condizioni possibili mediante aiuti all’ammasso privato, o un allentamento delle norme in materia di distillazione”, chiede Agpv. Che sottolinea come l’applicazione di tutte queste misure “non è un’opzione, è una questione di sopravvivenza per le 59.000 cantine francesi, e di una viticoltura francese sull’orlo del baratro, di fronte ad un aumento dei costi senza precedenti e a un calo storico dei consumi”.

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