Ha un naso un poco timido, questo Cannubi 2019 dei Fratelli Borgogno, ma col tempo concede profumi di tabacco, di frutta rossa matura cui si aggiunge una nota ematica dolce: dà l’idea di un vino posato dalla trama larga, invece in bocca si rivela fitto e saporito, dall’aderenza ferma ma gentile e con una buona dose di sapidità, che conducono il sorso verso una chiusura al gusto di vaniglia, pepe e - di nuovo - frutta rossa (meno dolce ma più fresca, in parte agrumata). Le uve del Cannubi dei fratelli Borgogno, provengono da due versanti della menzione: quello Tortoniano, dal terreno più delicato e morbido, e quello Elveziano, al contrario più profondo e compatto. Cannubi è fra i vigneti storici di Barolo, menzionato nelle etichette fin dal 1752 e proprio questa collina ospita la cantina sulla sua sommità da oltre un secolo, quasi 130 anni: qui la famiglia si prende cura di 3 ettari di vigna; i restanti quattro sono dislocati fra i comuni di Barolo, di Novello e di Diano d’Alba. Il Nebbiolo è sicuramente l’uva più coltivata dai Borgogno, ma ci sono anche la Barbera (dai vigneti a Diano d’Alba), il Dolcetto (un impianto eccezionale, attorniato dal Nebbiolo della menzione di Liste a Barolo) e infine l’uva bianca Nascetta, progetto più recente, partito nel 2018, che oggi deriva da una vigna di proprietà a Diano d’Alba con le uve di una famiglia conferitrice di Sinio, comune a Sud-Est di Serralunga d’Alba.
(ns)
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