Elisabetta Geppetti è senz’altro uno dei personaggi protagonisti dell’ascesa della Maremma enoica nel panorama della Toscana del vino. Le sue etichette hanno ormai segnato da oltre 40 anni - primo Morellino 1982, primo Saffredi 1987, con il contributo di un certo Giacomo Tachis - una vera e propria rivoluzione nell’areale grossetano, costituendo un modello per tutto un territorio. Oggi l’azienda - che vede anche l’apporto dei figli Clara ed Ettore - è salda più che mai sui suoi 85 ettari a vigneto coltivati a Sangiovese, Alicante, Ciliegiolo, Cabernet Sauvignon, Merlot, Petit Verdot, Syrah, Sauvignon Blanc, Petit Manseng, Traminer e Semillon, che originano una produzione complessiva di 450.000 bottiglie all’anno, declinata in una ricca offerta di vini sempre caratterizzati da fattura ineccepibile e confortante costanza qualitativa. Il Poggio Valente, oggetto del nostro assaggio, arriva nel portafoglio aziendale con l’annata 1997. Sangiovese in purezza dal carattere generoso e mediterraneo, è maturato per 15 mesi in tonneau. La versione 2021 possiede un bagaglio aromatico articolato con richiami alla ciliegia matura, alle rose appassite, al sottobosco, alla liquirizia, al tabacco e alle spezie. In bocca il sorso è pieno e strutturato, mantenendo tuttavia dinamica ed articolazione, con tannini ben integrati e buona fragranza acida, terminando in un finale dal piacevole accento mentolato.
(are)
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