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FESTA PER LA PRIMA VENDEMMIA DELL’UNIVERSITA’ DI SIENA: DA OGGI A RACCOGLIERE L’UVA ALLA CERTOSA DI PONTIGNANO STUDENTI E PROFESSORI. PRESTO IN ARRIVO IL PRIMO VINO DELL’ATENEO TOSCANO

Italia
Via alla prima vendemmia universitaria

Una grande festa per la prima vendemmia dell’Università di Siena, uno degli atenei più antichi d’Italia: oggi, alla Certosa di Pontignano, c’erano studenti, professori e personale dell’ateneo a raccogliere l’uva tra i filari (la giornata si è conclusa poi con una tradizionale merenda nella vigna). E’ nel pieno della sua realizzazione il progetto di riqualificazione dei terreni della Certosa di Pontignano, di proprietà dell’ateneo, che produrranno vino pregiato, olio e piante officinali.

Il progetto è realizzato in collaborazione con l’azienda Dievole, che ha curato la valorizzazione agro-ambientale dei terreni e porterà a termine la produzione del vino. Nei quattro ettari di terra disponibili e dedicati alla viticoltura sono stati piantati 3 ettari di Sangiovese, che comprendono ben 39 cloni diversi, e un ettaro di altre varietà, tra cui Lambrusco, Colorino, Verdea, Occhio di pernice, Foglia tonda. Si prevede di raccogliere circa 80 quintali di uva di buona qualità: il vino, invecchiato per tre anni, sarà pregiato, avrà un’etichetta appositamente pensata da Dievole e dal Centro comunicazione e marketing dell'Ateneo e sarà distribuito in occasioni di rappresentanza. Il progetto di riqualificazione agricola, ambientale e paesaggistica della Certosa, realizzato dall’agronomo Valerio Zorzi, è stato illustrato dal professor Rodolfo Bracci e da Mario di Dievole, proprietario dell'azienda vitivinicola.

Il vigneto rappresenta la coltura economicamente più importante del progetto. Filo conduttore del progetto vite è il “tempo”. Il sistema “della vite maritata” è visto come un riconoscimento alla conoscenza viticola antica, con scopo museale/didattico. Verranno ricostruiti due filari di viti allevate con il tradizionale sistema della vite maritata. E’ un sistema presumibilmente in uso presso gli Etruschi già dal V° secolo a.C., utilizzato poi ampiamente nell’Italia centrale fino alla fine del XX° secolo. L’albero usato come tutore sarà l’acero (Acero campestre minore) e le viti saranno in parte varietà tradizionali di uva da vino ed in parte di uva da tavola. Il sistema della “vite promiscua” cerca di coniugare il “bel paesaggio” rinascimentale alle moderne esigenze colturali. Il vigneto è diviso in 5 campi, della dimensione media di 3.000 mq, tramite filari di olivi che si intercalano ai filari di vite, seguendo il concetto di “biodiversità”. Il sistema della “vite in coltura specializzata” è proiettato nel futuro, utilizzando le più moderne conoscenze scientifiche della viticoltura di qualità per la realizzazione di un impianto appositamente predisposto alla produzione di vino di elevata qualità, in grado di sfruttare al meglio le caratteristiche pedoclimatiche dell’area.

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