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GAJA, ANTINORI, GANCIA, BOSCAINI (MASI), ZONIN, PEDRON (GIV), BERNETTI (UMANI RONCHI): VINITALY MONDIALE. 144.000 VISITATORI, +10% BUYER ESTERI … INDAGINE VERONAFIERE SUI MERCATI DI RIFERIMENTO DELLE CANTINE ITALIANE. TORNANO I "VINITALY TOUR"

Italia
Vinitaly 2006: torna la fiducia nel mondo del vino

“Il miglior Vinitaly degli ultimi 30 anni, con ottimi contatti e un’organizzazione molto buona” è l’opinione di Angelo Gaja. Lamberto Vallarino Gancia spiega che “quest’anno molti più operatori, soprattutto dell’export, e meno consumatori finali e ciò ha permesso di avere contatti di maggiore qualità. Oltre ai clienti italiani abbiamo registrato la presenza di operatori provenienti da tutti i Paesi, in particolare Usa, Paesi Baltici, Giappone, Francia, Svizzera, Indonesia, confermando quindi la sensazione di ripresa. Solo nel Regno Unito si sente la competizione dei Paesi del Nuovo Mondo e per superarli dobbiamo lavorare su qualità, territorio e indicazione geografica, che sono un patrimonio che dobbiamo far capire, ma sempre con un occhio di attenzione al prezzo”. Renzo Cotarella, direttore della Marchesi Antinori, commenta che “c’è una rinnovata fiducia nel mondo del vino e ora si guarda al futuro con positività. È stato un buon Vinitaly: bene con buyer, ristoratori qualificati e eno-appassionati”. Sandro Boscaini della Masi conferma “la partecipazione di buyer esteri in numero maggiore sugli anni passati, pure da Paesi quali Caraibi, America Centrale e Latina e dall’Asia “minore” (Corea e Vietnam), che sono comunque mercati importanti; grande presenza pure di giapponesi, indiani e di operatori del Nord America, con l’Italia che sta dando segnali positivi. Quest’anno, comunque si è assistito ad un Vinitaly del realismo, dove chi propone buona qualità al giusto prezzo, unita a prodotti legati al territorio, ha in mano la carta giusta per competere serenamente anche con il Nuovo Mondo”. Gianni Zonin: “abbiamo assistito ad un’ulteriore crescita, in qualità e in quantità, grazie allo sforzo sostenuto da Veronafiere. Vinitaly è la prima manifestazione di settore al mondo”. Michele Bernetti della Umani Ronchi osserva che “Vinitaly è la fiera di riferimento in Italia, non solo dal punto di vista quantitativo dei contatti, ma anche sotto il profilo qualitativo. La mostra si sta oltretutto professionalizzando sempre più e abbiamo avuto un incremento del 10-15% di contatti, soprattutto con gli operatori stranieri. Vinitaly è ormai diventato per noi il nostro ufficio nel mondo: abbiamo potuto incontrare tutti i nostri importatori stranieri, anche i più lontani come quelli dall’Australia, dall’Indonesia o dall’Islanda; ma allo stesso tempo abbiamo registrato una forte presenza anche di enoteche e ristoranti d’Italia, di ogni regione. Ma oltre alla parte professionale, Vinitaly è anche il momento per incontrare il grande pubblico del vino; un aspetto che rende il momento fieristico più dinamico e vivace rispetto ad altri importanti appuntamenti internazionali riservati esclusivamente agli operatori del settore”. Emilio Pedron, ad Gruppo Italiano Vini (Giv): “lasciati alle spalle gli eccessi di ottimismo e di successivo pessimismo che hanno caratterizzato il mondo del vino negli ultimi anni, siamo tornati ad entusiasmo positivo. E così non si parla più soltanto di prezzi ma c’è spazio anche per servizio e qualità. Il gruppo punta molto sui “vecchi” mercati esteri (soprattutto Stati Uniti, Canada e Inghilterra) ritenendo che quelli emergenti, dalla Cina all’India, siano Paesi in cui bisogna costruire, facendo prima conoscere il prodotto italiano”.
Sono questi i “sentiment” che WineNews ha raccolto da alcuni dei protagonisti di questo Vinitaly 2006, definito da molti “mondiale”: cinque giorni che portano al mondo del vino fiducia e un po’ di ottimismo. E anche i dati lo testimoniano: +10% dei buyer sul 2005 (gli esteri hanno rappresentato il 23%), presenze che hanno raggiunto le 144.000 unità (143.000 nel 2005), 80.000 metri quadrati netti di superficie espositiva, 4.200 espositori provenienti da 30 Paesi.
Un risultato che fa raggiungere a Veronafiere, organizzatrice di Vinitaly, l’obiettivo che si era posta nei confronti della rassegna, divenuta fiera della domanda e sistema integrato di promozione del vino sui mercati internazionali; i prossimi appuntamenti saranno “Vinitaly Russia”, a maggio, “Vinitaly Usa”, a ottobre, e “Vinitaly Japan” e “Vinitaly Cina”, a novembre.

L’indagine - 600 aziende iscritte al “Vinitaly Buyer Club” di www.vinitaly.com
votano Usa, Germania, Gran Bretagna, come “mercati di riferimento”.
Ma cresce l’appeal per Giappone, Russia e Cina

Sono gli Stati Uniti il mercato di riferimento per l’export. Lo rivela un’indagine effettuata sulle 600 aziende iscritte al “Vinitaly Buyer Club” del sito www.vinitaly.com, dalla quale emerge che, per il 20,4% dei “sondati”, gli Usa rappresentano la piazza privilegiata per l’export, seguiti dalla Germania (17,3%) e dalla Gran Bretagna (11%). Ma di particolare interesse delle aziende del vino vengono ritenuti anche Giappone (9%), Russia (5,3%) e Cina (4,8%), Paesi nei quali a novembre (il 21, Tokyo), a maggio (il 25 e 26, Mosca e il 27, San Pietroburgo) e ancora a novembre (dal 23 al 25, Shanghai) si svolgono “Vinitaly Japan”, “Vinitaly Russia” e “Vinitaly China”. Nella tipologia di bevanda, il 61,3% delle imprese del “Vinitaly Buyer Club”, via Internet, hanno promosso, a buyer e consumatori, il vino rosso, che precede il bianco (23,2%) e le “bollicine” (6,8%). Nelle denominazioni a farla da padrone sono le doc (denominazione di origine controllata) con il 50,5%; al secondo posto, con il 27%, si collocano le bottiglie Igt (indicazione geografica territoriale) e, al terzo, con il 17,5%, le docg (denominazione di origine controllata e garantita).

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