Angelo Gaja, anche se resta sul ponte di comando della sua azienda, almeno dal punto di vista delle strategie di lungo respiro, ha ormai predisposto saggiamente il passaggio generazionale della direzione aziendale nelle mani dei figli Gaia, Rosanna e Giovanni e con prospettive del tutto positive. L’azienda rimane una vera e propria istituzione, modello insuperato per quasi tutti i produttori nazionali e capace di produrre vini impeccabili che, sia in patria come all’estero, non temono confronti in fatto di qualità. Da registrare un’unica novità: ormai tutte le etichette della cantina di Barbaresco sono “rientrate” nelle loro rispettive denominazioni, dopo essere state le prime (ed uniche) ad averle abbandonate agli inizi degli anni Novanta del Secolo scorso. Un’inversione di tendenza forte come quella avvenuta più di venti anni fa, che sarebbe semplicistico rubricare come una facile risposta alle esigenze del marketing attuale. Tornando al vino, il Barbaresco Sorì San Lorenzo 2015 svetta nel bicchiere per eleganza ed equilibrio. Setoso, articolato ma al contempo capace di essere già godibile, trova nella sua espressività aromatica la sua dimensione attualmente più affascinante, con tocchi di lampone, cenni balsamici e di liquirizia e leggeri ricordi floreali. È ancora giovane e ha molto tempo davanti a sé, ma, anche in questo caso, lo sappiamo, i vini di Gaja non sono una sorpresa.
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