Monvigliero a Verduno, Santa Maria e Serra dei Turchi a La Morra, Fossati a Barolo, Lazzarito a Serralunga d’Alba, Castelletto, Bricco San Pietro e Mosconi a Monteforte d’Alba: sono i cru dove Gianni Gagliardo possiede vigne nel territorio del Barolo. In sei vengono vinificati separatamente, mentre il La Morra, il Gianni Gagliardo e il Monforte d’Alba sono il risultato di vigne diverse. In particolare il Monforte d’Alba proviene dal vigneto Mosconi (zona calda che dà vini di volume e profondità) e dal vigneto di Castelletto (zona fresca che dà vini tesi e lineari). Ne risulta, dall’annata 2020, un vino contrastato fra i toni dolci della ciliegia in confettura, la vaniglia e il talco, e le note vegetali e fresche di tabacco, chinotto e liquirizia. In bocca il tannino è subito deciso e centrale, mentre lentamente concede spazio alla sapidità e alla dolcezza finale del frutto e della spezia. Ovviamente Barolo non è l’unica zona da cui l’azienda di Gianni Gagliardo a La Morra (oggi affiancato dai figli Stefano, Alberto e Paolo) ottiene la sua produzione media di 236.000 bottiglie annue: c’è anche il Roero e il Nizza dal 2017, con l’ultima acquisizione di Tenuta Garetto. Un totale di 39 ettari piantati a Nebbiolo, Barbera, Grignolino, Dolcetto, Moscato Bianco, Arneis, Timorasso e Favorita: clone di Vermentino su cui Gianni Gagliardo puntò con l’aiuto dell’Università di Torino fin dagli anni Novanta.
(ns)
Copyright © 2000/2024
Contatti: info@winenews.it
Seguici anche su Twitter: @WineNewsIt
Seguici anche su Facebook: @winenewsit
Questo articolo è tratto dall'archivio di WineNews - Tutti i diritti riservati - Copyright © 2000/2024