La storia di Giodo a Montalcino inizia nel 2002 quando Carlo Ferrini, enologo di chiara fama, acquista un primo ettaro tra Sant’Angelo in Colle e Sant’Antimo. Oggi l’azienda si estende su 6 ettari vitati per una produzione complessiva divisa tra 8.000 bottiglie di Brunello e altrettante di Igt Giodo Rosso (con una piccola, quanto significativa, “digressione” fuori dai confini toscani e precisamente sulle pendici dell’Etna, con il progetto Alberelli di Giodo, poco più di un ettaro coltivato a Nerello Mascalese, da cui si ricavano 7.000 bottiglie dell’etichetta omonima) e conta anche sul lavoro di Bianca, figlia dell’enologo fiorentino. Il nome dell’azienda è un omaggio di Ferrini ai propri genitori, Giovanna e Donatello, e propone una declinazione del Sangiovese dallo stile misuratamente moderno, intenso ma al tempo stesso rigoroso. Le vinificazioni alternano acciaio e cemento, mentre gli affinamenti sono in tonneau e barrique. Il risultato sono vini che lasciano da parte qualsiasi virtuosismo tecnico per lasciare in primo piano l’attenzione e la cura assoluta che sta alla base del progetto. Il Brunello 2015 propone un bagaglio olfattivo ricco che va da una base speziata ad un’intensa cornice fruttata che sa di ciliegia fresca, da tocchi di pietra focaia a leggere nuance balsamiche. In bocca, il vino è sostanzioso eppure agile, teso e articolato, di bella finezza e solida persistenza.
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