Questo è il primo Barolo Bussia che esce dalla cantina Giuseppe Rinaldi. È un progetto nato proprio quell’anno, con l’affitto di vigneti in Bussia Sottana, governati fin lì da Giulio Viglione. È una parcella coltivata sia a Nebbiolo (da Barolo e da Langhe) che a Dolcetto, a 230 metri di altezza nel Comune di Monforte d’Alba, su suoli composti da Marne di Sant’Agata. Dal 2022 la parte di Nebbiolo da Barolo e di Dolcetto è entrata a far parte della proprietà di Carlotta e di Marta Rinaldi e questo di cui vi parliamo è, appunto, il loro primo imbottigliamento: un vino finissimo ma succoso e deciso allo stesso tempo. Ematico, floreale, balsamico, agrumato nei profumi, con un tocco di vaniglia e poi, a prevalere, il melograno. Il sorso ha un certo calore pepato, bilanciato da decisa aderenza e dal succo di melograno, che torna accompagnato dalla fragola, dalla vaniglia e dall’agrume: la trama è fitta e saporita ma scorre docile, sapida dal principio alla fine. Si aggiunge al Brunate e al Tre Tine, questo Bussia, e come loro (ma le altre etichette non sono poi da meno) pare disegnato da una penna stilografica, quel tratto inconfondibile che rende comprensibile o ammissibile anche la mano più impietosa. Oggi sono 12 gli ettari di proprietà delle sorelle Rinaldi: 8,5 coltivati a Dolcetto, Barbera, Freisa, Ruché e Nebbiolo, il resto dedicato alla frutta, al bosco e all’orto. Una storia che continua, radicata e rinnovata.
(ns)
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