Usciamo dall’autostrada ad Egna e ci dirigiamo verso il paradiso del Pinot Nero altoatesino, Mazzon. Le montagne del Parco Naturale del Monte Corno proteggono la collina dall’arrivo d’aria fredda, mentre dalla vallata spira la brezza mite del lago di Garda. I rilievi ombreggiano Mazzon al mattino, poi l’irraggiamento solare dura a lungo fino all’imbrunire, con conseguente calo drastico delle temperature (ideale per i precursori aromatici). È proprio verso sera che incontro Alexander Gottardi, di ritorno da Innsbruck, dove continua a condurre una distribuzione di grandi vini, soprattutto francesi. Bruno Gottardi, papà di Alexander, decise di acquisire il maso Fernheimhof nel 1986 e 6 ettari di vigne. Ci vogliono 9 anni di studi e prove prima di produrre la prima bottiglia nel ‘95. Le vigne (le più vecchie risalgono al ‘92) sono raccolte in 7 vigneti ad un’altitudine tra i 325 e i 430 metri, su terreni di arenarie e calcare. “Dal 2010, dopo aver condiviso con papà la gestione, mi occupo in prima persona dell’azienda - ci racconta Alexander Gottardi - non manco una vendemmia. I tagli però mi piace farli con Enrico Paternoster, nostro enologo da 23 anni”. Nel bicchiere il Pinot Nero ‘16 non si concede tutto subito: al naso è complesso e cangiante. Il frutto è di una purezza adamantina, tanta eleganza in una materia di stoffa. Un grande vino, profondo e vibrante, capace di toccare le corde emozionali.
(Alessandra Piubello)
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