La storia muove dalla Toscana, precisamente da Montepulciano, dove Fabrizio e Cecilia Piccin si occupavano di sangiovese. Una quindicina d’anni fa, poi, la svolta: con l’acquisto di alcuni vigneti fra Venosa, Maschito, Ginestra e Forenza (tra i fiori all’occhiello della Basilicata) per l’inizio di una nuova avventura legata all’aglianico. Una vicenda sintetizzata anche dal nome aziendale: con Grifalco ad unire sia il Grifo, simbolo di Montepulciano, sia quel Falco riferito alla falconeria di Federico II. Successivamente, tutto il lavoro ruotante attorno ai sedici ettari e alla cantina, è arrivato ad avvalersi anche dei figli della coppia: l’enologo Lorenzo e Andrea, addetto al marketing e agli aspetti commerciali. Le viti vedono anche la presenza di alcuni ceppi con molti anni sulle spalle; mentre la cantina, modernissima, è stata concepita con i criteri della bioarchitettura e con intercapedini che permettono la costante circolazione dell’aria, mantenendo la giusta temperatura senza eccesso di ausilio energetico. Quattro le selezioni di Aglianico degustate, di gran rilievo, incluso questo Grifalco, maturato per circa un anno in botti di diverse dimensioni: di un bel rubino terso e compatto, si propone floreale e fruttato al naso, fino a toccare sentori speziati e balsamici. In bocca ostenta equilibrio notevole, con un tannino modulatissimo e una persistenza nitida e avvolgente.
(Fabio Turchetti)
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