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GRUPPO ITALIANO VINI (GIV) SEMPRE PIÙ PROIETTATO SUI MERCATI ESTERI. LA RETE DISTRIBUTIVA È LA CHIAVE PER GUADAGNARE NEL MERCATO. PEDRON: DA COOP A SPA PER RENDERE PIÙ EFFICIENTE L’AZIENDA, MA NIENTE BORSA

Italia
Emilio Pedron

Stati Uniti, Gran Bretagna, Germania. Il Gruppo Italiano Vini, che anche nel 2005 ha prodotto più del 70% del fatturato all’estero, non ha dubbi: “sono quelli i mercati su cui puntare per fare margini - dice il presidente Rolando Chiossi - in particolare il Regno Unito, dove, nel 2005, abbiamo avuto una performance strepitosa; +30% le vendite a volume”.

Sorridendo aggiunge “gli inglesi, non me ne abbiano, ma per fortuna si stanno germanizzando e guardano sempre di più al prezzo delle bottiglie. Un fattore che va tutto a vantaggio della nostra redditività”. Il Gruppo Italiano Vini (Giv), che, dal primo gennaio, ha inaugurato la nuova veste societaria trasformandosi da cooperativa in Spa per la gestione della rete distributiva (la produzione e le attività agricole, invece, rimarranno sotto il controllo della Coop ancora fino al 2008), non ha intenzione di fermarsi solo a questi tre (seppur importantissimi) Paesi.

“Non posso entrare nei dettagli, ma stiamo guardando ad altri mercati - dichiara l’amministratore delegato Emilio Pedron - soprattutto vogliamo rafforzare la nostra rete distributiva, senza più delegare a società di import export la distribuzione delle nostre etichette, bensì accentrando tutta la gestione nelle nostre mani”.

Quel che colpisce guardando il bilancio del Gruppo del 2005, è che a trainare i conti del gruppo è proprio la parte distribuzione. Il fatturato a livello di produzione, invece, è sostanzialmente fermo. Questo perché il mercato, tolti alcuni Paesi esteri come ad esempio l’Inghilterra, ormai è saturo di vino e la domanda, se cresce, lo fa di pochissimi punti (in Italia, ad esempio, nel 2005, le vendite sono cresciute solo del 2% a volume e del 2,5% a valore). Rendere efficiente tutta la linea di produzione, dalla vigna, all’imbottigliamento, alla distribuzione, è il segreto per guadagnare. Per quanto riguarda le novità di prodotto, niente vini organici neanche nel 2006. “Per adesso non fanno parte dei nostri progetti” conferma Chiossi.

A Vinitaly, in aprile, sarà pubblicizzato il “Progetto Oceano”, nome in codice che sta ad indicare un’iniziativa commerciale ancora segretissima. Sul tanto chiacchierato approdo in Borsa, Pedron fa netta marcia indietro. “Il cambiamento da Coop a Spa serve per rendere più efficiente l’azienda, ma i mercati finanziari non fanno per noi. Il vino ha bisogno di tempi lunghi e in questo non va d’accordo con la finanza. Confermo, invece, il progetto dell’aumento di capitale. Sarà nel 2008, e probabilmente vedrà l’ingresso di un nuovo socio nel Gruppo Italiano Vini (Giv), in quanto gli attuali soci cooperativi difficilmente avranno le risorse economiche per aderire alla ricapitalizzazione”.

Nerina Rocco

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