L’avventura di Michele Scienza e Annalisa Motta con Guado al Melo è iniziata nel 1998, quando poco meno di trentenni iniziano a lavorare nel podere acquistato dal professor Attilio Scienza, che aveva a lungo studiato palmo a palmo quel territorio, innamorandosene e comprendendone la potenzialità. Gudo al Melo si trova a metà strada fra Castagneto Carducci e Bolgheri, ai piedi della Riserva Naturale Monterufoli Caselli; vicino scorre il il torrente Fossa di Bolgheri che circonda i vigneti attorno alla cantina, dando origine ai suoli alluvionali su cui sorgono. In tutto sono 20 gli ettari vitati, divisi in 10 campi: 5 già presenti all’acquisto (Campo Grande, Campo Bianco, Campo Ferro, Campo Giardino e Campo Ulivi) e i restanti costruiti man mano negli anni (Campo alla Badia, Campo Marino, Campo Pietrini, Campo Lupinaio e Campo ai Daini). Il Rute proviene dai primi: nasce insieme al bianco Criseo, come prima etichetta nel 2002, e il nome - rosso in etrusco - celebra i primi viticoltori in Italia, anche qui presenti. Rute è il “Bolgheri Rosso più contemporaneo” di Guado al Melo: rispetto al fratello Antillo, matura per più tempo in legno e affina più a lungo anche in bottiglia. La versione 2022 profuma di amarena sotto spirito e melograno, di rosa e mirto, a cui si aggiunge la foglia di pomodoro al sapore. Il sorso aderisce con gentilezza e calore, è sapido e materico, con un twist dolce e floreale in chiusura.
(ns)
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