Sempre un grande piacere, fare un salto in quel di Suvereto. Ma oltre a questo dato di fatto, risulta inevitabile dare oltretutto a Cesare quel che è di Cesare: ricordando che se un territorio di qualità entra ad un certo punto nel mirino di investitori, appassionati e addetti ai lavori, è perché qualcuno ci ha fermamente creduto per primo. Vivendo appieno in un contesto che lui stesso ha contribuito a far diventare una miscela vincente di qualità vitivinicola, ospitalità deliziosa, ristorazione schietta e, ultima ma non ultima, umanità coinvolgente. Gualdo del Re, nel delizioso contesto di Suvereto, è tutto questo: anche oggi che in azienda sono arrivati alla quinta generazione, dopo che negli anni Sessanta Amansio Rossi aveva iniziato l’attività e quindi il figlio Nico, alla fine degli Ottanta, aveva provato ad imbottigliare in proprio, unitamente poi a sua moglie Teresa. Ormai che anche i loro (ex) pargoli, Valentina e Federico, sono impegnati a tutto tondo in azienda, siamo alla quadratura del cerchio: nel rispetto biologico dell’ecosistema e con le vigne tutt’attorno all’epicentro strutturale. Quest’anno anche una novità, il Quintoré: Merlot in purezza ricavato da rigorosissima selezione (con bottiglia realizzata dalla vetreria Carlo Moretti di Murano) e rivelatosi una bomba. Concentrato, speziato, avvolgente, morbido, profondo, accattivante ma complesso: bravissimi.
(Fabio Turchetti)
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