Entrare nelle antiche cantine del castello medievale di Pornassio, dove ancora i Guglierame affinano i loro vini, è fare un tuffo indietro nella storia. L’Ormeasco (i Guglierame si dedicano in esclusiva a questo vitigno) ha radici remote qui, addirittura del 1290. I vigneti, 2,5 ettari, tramandati di generazione in generazione, provengono dai poderi del Marchesato Scarella (da cui la famiglia Guglierame discende) tra le posizioni più vocate. Nel 1860 si inizia la vendita del vino e dal 1958 s’imbottiglia tutto. L’impegno della famiglia fu fondamentale per arrivare alla Doc Pornassio indipendente (nel 2003 ci si staccò dalla più anonima Riviera Ligure di Ponente). Camminare le vigne, rosso accese, fra un muretto e l’altro, con le montagne alpine incappucciate di bianco su un cielo blublu, mentre soffia un vento caldo dal mare, è un’esperienza unica. Non a caso lo stesso Mario Sodati descrive Pornassio come “il più spettacoloso, originale paesaggio viticolo che abbia mai visto in vita mia”. I fratelli Raffaele e Agostino nel '92 assumono la conduzione di questa storica azienda, riferimento per l’area. I terreni vitati accorpati sono tra i 550 e 600 metri d’altezza, formatisi da depositi marini con una composizione arenaceo-marnosa. Il Pornassio Superiore 2015 (Ormeasco 100%), da vigne di 50 anni, inonda il calice di piacere, con una carezza acida che sospinge il goloso frutto dritto alla beva.
(Alessandra Piubello)
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