Benché la disputa, ormai entrata nella vulgata sulla Champagne, tra grandi Maison e piccole realtà a conduzione magari familiare continui a determinarne la valutazione, contrapponendo due realtà che, a ben guardare, si sostengono a vicenda, fa sempre piacere incontrare qualche produttore un po’ più lontano dal clamore che pure accompagna le bollicine più note (e più buone) al mondo. Rientra certamente in quest’ultimo caso la piccola Maison guidata dal récoltant-manipulant Richard Fouquet. L’azienda conta su quasi 3 ettari a vigneto tutti a Grand Cru (sottozone di Cramant, Chouilly, e Oiryper nel cuore della Côte des Blancs) per meno di 30.000 bottiglie annue. Una gamma di etichette di alto livello, dallo stile definito e cristallino, che predilige equilibrio, freschezza e dinamismo. Lunghe soste sur lie, più acciaio che legno, dosaggi limitati, in sintesi la ricetta enologica di Guiborat. Una ricetta quasi elevata all’ennesima potenza nello Champagne Extra Brut Grand Cru Blanc de Blancs 2011. A partire dalla particolare finezza del perlage che sembra quasi impalpabile eppure così incisivo, capace di amplificare sapore e freschezza acida per un sorso in possesso ancora del piglio della gioventù. Da primo della classe anche il bagaglio aromatico: cenni floreali e ricordi di gesso incrociano una base agrumata fragrante e continua, interrotta solo da una bella nota di mandorla fresca.
(Franco Pallini)
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