Il progetto vitivinicolo della famiglia Catania è nato nel 1996 a Chiaramonte Gulfi, sui Monti Iblei del ragusano. Qui Vito Catania ha ripreso in mano l’attività dei suoi avi, realizzando la sua idea di agricoltura rispettosa del territorio: solo viti ad alberello, nessuna irrigazione, gestione biologica, vendemmia manuale. In vigna ci sono Carricante (di viti selezionate dall’Etna), Nero d’Avola, Frappato e Chardonnay. Il passo successivo è andato verso Pachino, dove la famiglia coltiva Nero d’Avola in 4 contrade storiche della Doc Eloro: contrada Maccari, Baroni, San Lorenzo e Bufaleffi. Un piccolo esperimento per dimostrare quanto il suolo influisce sul vino, partendo dallo stesso vitigno. L’ultima sfida ha riguardato l’Etna: nella frazione Monte la Guardia di Randazzo (versante nord del vulcano) coltivano Pinot Nero e Nerello Mascalese sui tipici muretti a secco chiamati “reseca”. Proprio così si chiama l’Etna Rosso di Gulfi, che matura per almeno due anni in tonneaux di rovere francese. La versione 2019 ha un colore scuro e denso, e profuma di frutta rossa in confettura, note balsamiche di sottobosco e chinotto; in bocca è aderente e materico, dalla trama fitta e sapida, che chiude agrumato e fruttato con un tocco ammandorlato. Due etichette etnee - Reseca e Pinò - che insieme a tutte le altre di Gulfi arrivano ad una produzione media annuale di 220.000 bottiglie, a partire da una quarantina di ettari totali.
(ns)
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