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I CINESI A “SCUOLA DI VINO”: IL PROGETTO DI ENOTECA ITALIANA PER INSEGNARE ALLA POTENZA EMERGENTE IL BUON BERE MADE IN ITALY

E’ un mercato sconfinato e molto appetibile quello della Cina: con una crescita delle importazioni del 77% in un solo anno, il colosso dagli occhi a mandorla può offrire grandi sbocchi economici alle aziende che sapranno inserirsi nel suo tessuto sociale e culturale. Anche il mondo del vino si sta avvicinando, e l’ultima iniziativa in ordine di arrivo è quella dell’ Enoteca Italiana di Siena, che ha varato il Progetto Scuola-Vino: corsi di formazione per il target degli addetti ai lavori, corsi di informazione per i consumatori più colti, e un’attività di sensibilizzazione rivolta in generale al grande pubblico. Questi i tre punti principali del progetto - varato in collaborazione con Toscana Promozione e Regione Toscana - il cui obiettivo è “insegnare” ai cinesi il buon bere made in Italy, educando una popolazione in cui le bevande più diffuse sono birra, tè e distillati (il vino rappresenta solo l’1% dei consumi). La fase sperimentale del progetto comincerà a giugno a Pechino, per poi riprendere in via definitiva in autunno. Il vino rappresenta per i cinesi un prodotto relativamente nuovo, anche se molto apprezzato da quella fascia di consumatori di alto livello economico che seguono uno stile di vita occidentale e non si fanno mancare prodotti griffati del nostro Paese, buone etichette incluse. Ecco spiegato perché i tassi di crescita dell’import enologico (l’Italia è al sesto posto tra gli esportatori) cresce ogni anno del 30%.

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