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I COMPLEANNI DEL VINO - CAPEZZANA, OVVERO CARMIGNANO, CELEBRA 1200 ANNI. LA PRIMA DENOMINAZIONE NACQUE SOTTO I MEDICI, NEL 1716

E' davvero un evento poter celebrare i 12 secoli di un'azienda vinicola che produce dall'anno 804 il Carmignano, un vino che può vantare la "denominazione" più antica del mondo visto che già nel 1716 (un secolo prima dei francesi) vide definiti i confini produttivi niente meno che dal Granduca Cosimo III dei Medici. Ma questi vini erano già famosi nel 1400 ed addirittura il poema di Francesco Redi "Bacco in Toscana" lo definisce, era il 1673, "degno di Giove".

E così è stato la scorsa notte sotto le stelle per un centinaio di selezionati ospiti, molti gli stranieri, dagli Usa al Giappone, accolti dal conte Ugo Contini Bonacossi, con moglie e figli, quattro (su sei) dei quali collaborano oggi alla conduzione della storica azienda che ha superato le 500 mila bottiglie di produzione l'anno (più pregiati vinsanto, olio, grappa) il 55% delle quali va all'estero.

Ma non si è parlato dei premi vinti da Capezzana (pur se il Ghiaie della Furba ed il Villa di Capezzana sono da anni tra i 100 migliori vini del mondo nelle classifiche più importanti), ma si è voluto soprattutto celebrare una filosofia della vita in campagna ormai rara anche se si parla tanto di vino in termini spesso, però, solo finanziari e modaioli. Un anniversario quello di Capezzana - certificato con tanto di un documento in pergamena scoperto nell'Archivio di Stato di Firenze e datato, appunto, 19 giugno 804 e relativo ad un contratto di affitto di "vigne ed uliveto" - che sarebbe piaciuto ad un altro signore di campagna, quale lo scrittore/disegnatore (aderì al futurismo) Bino Sanminiatelli.

Questi fu proprietario della famosa Fattoria di Vignamaggio in Chianti, già cenacolo dei maggiori scrittori degli anni '60 e '70 e che dedicò a questa cultura un libro-elogio, "La vita in campagna" scritto nel 1980, quattro anni prima della sua morte, avvenuta ad 88 anni a Prato, proprio sotto le colline di Carmignano. La famiglia Contini/Bonacossi arrivò in Toscana dalla Spagna negli anni Venti e abitò a Villa Vittoria a Firenze, che poi diventò il Palazzo dei Congressi del capoluogo toscano; in quel periodo avvenne l'acquisto di Capezzana riunendo tre proprietà con ben 120 poderi. Dal 1945 in poi lo sviluppo, nonostante le difficoltà di quei decenni, dei settori vinicolo ed oleario fino a riportare il successo in tutto il mondo e trascinando in alto tutta la piccola e preziosa Doc del Carmignano ed il turismo enogastronomico (nella villa c'è anche un'apprezzata scuola di cucina).
Nell'occasione dell'eccezionale anniversario Capezzana ha aperto le sue antiche e monumentali cantine (la parte più vecchia risale al Trecento) dalle quali sono state tratte storiche bottiglie offerte poi in degustazione: da annate introvabili risalenti agli anni '30 fino ai giorni nostri. E, come si faceva una volta, gli ospiti hanno visitato la villa padronale, quasi un museo. E veniva sommessamente ricordato che il conte Alessandro Contini Bonacossi, donò allo Stato, nel 1969 la sua collezione d' arte: 144 pezzi divenuti patrimonio degli Uffizi ed esposti (visite su prenotazione e gratuitamente), nella sede di via Lambertesca, la stessa dell'Accademia dei Georgofili.

Tra le opere donate la celeberrima Madonna della neve del Sassetta, altre attribuite a Cimabue e Duccio e la sua scuola, una scultura del Bernini (il martirio di san Lorenzo) fino a dipinti di Goya e Velasquez, oltre a maioliche, stemmi robbiani, mobili d' epoca. Tutto questo non è davvero facile trovare dietro ad una etichetta, ma per Capezzana davvero il vino è la storia e, forse, anche viceversa, in un monumento vivente alla cultura agricola che tutto il mondo ci invidia.

Fonte: Ansa

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