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I DIECI ANNI DEL "PRIMUM FAMILIAE VINI", IL CLUB DELLE UNDICI DINASTIE DEL VINO. ITALIANI? SOLO PIERO ANTINORI, DOPO IL FORFAIT DI ANGELO GAJA

La più divertita era senza dubbio la baronessa Philippine de Rothschild, all’esclusiva colazione avvenuta ieri all'Antica Osteria del Ponte di Cassinetta di Lugagnano, alle porte di Milano, per celebrare i dieci anni di “Primum Familiae Vini”, un club del vino esclusivo che raccoglie undici storiche aziende vinicole a gestione familiare di tutto il mondo (10 europee, una americana). “Non lo nascondo, quando ci ritroviamo è sempre un momento di grande euforia”, ha aggiunto la proprietaria dello chateau più esclusivo del mondo, Mouton Rothschild, trenta ettari di vigneto a Pauillac, in Bordeaux. Il gruppo, che annovera le più importanti famiglie produttrici di vino provenienti da Francia, Germania, Italia, Spagna, Portogallo e Stati Uniti, ha tra i suoi obiettivi la promozione e la difesa dei valori etici che sono la spina dorsale dell’attività familiare di business, oltre a difendere metodi tradizionali che sottostanno alla qualità e al rispetto del territorio.
Con l’autorevole maison francese si sono ritrovati Piero Antinori, unico italiano dopo il forfait di Gaja (che dovrebbe essere “rimpiazzato” da Bruno e Marcello Ceretto di Alba), i transalpini Laurent Drouhin (Joseph Drouhin), Hubert de Billy (Champagne Pol Roger), Michel Jaboulet (Paul Jaboulet Ainé), Etienne Hugel (Hugel & Fils), gli spagnoli Miguel Torres (Torres) e Pablo Alvarez (Vega Sicilia), l’attuale presidente del gruppo, il portoghese Rupert Symington (Graham’s, Warre’s & Dow’s Port), il tedesco Egon Muller (Egon Muller Scharzhof) e l’americano Peter Ventura (Mondavi).
Grandi i vini degustati: il Milmanda ‘95, preferito dal re di Spagna, il superbo Montrachet Marquis de Laguiche ‘92, il Guado al Tasso ‘97, l’opulento Chateau Mouton Rothschild ‘88 premier grand cru classè, l’alsaziano Gewurztraminer selection de grains nobles ‘76 e lo Scharzhofberger beerenauslese Eiswein ‘77. Prossima tappa a Barcellona, al Racò de Can Fabes, guidato dallo chef Santi Santamaria.

Foto: Agenzia Fleishman Hillard e Stefano Tomè

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