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I GIORNALISTI PAOLO MASSOBRIO E MARCO GATTI FIRMANO "L’ASCOLTO DEL VINO", OVVERO COME ACCOSTARSI ALLA CONOSCENZA DELLA BEVANDA DI BACCO

Italia
La copertina di "L'ascolto del vino"

Il vino che fa dei racconti, il vino che si esprime di istante in istante, il vino che va ascoltato e vissuto come un rapporto, con tutto se stessi: è il tema di un libro sorpresa dal titolo molto eloquente: “L’Ascolto del Vino” (300 pagine, Euro 12,90, Edizioni Comunica, distribuito da Rcs nelle librerie da maggio). Scritto a quattro mani da due giornalisti del vino e del cibo come Paolo Massobrio e Marco Gatti, l’Ascolto del Vino si dipana in 300 pagine di racconto mai lezioso, sui metodi più idonei per accostarsi alla conoscenza del vino.

Otto capitoli compongono la struttura del libro che parte subito con la tecnica di degustazione e con la proposta di una scheda di assaggio che porta la firma di Papillon, il movimento di consumatori fondato da Paolo Massobrio ed oggi presente in cinquanta città d'Italia. C’è poi una breve storia del vino, cenni di vitivinicoltura ed enologia, ma anche due saggi dedicati al vino in cucina ed al bon ton del vino firmati da Giovanna Ruo Berchera e Barbara Ronchi della Rocca.

Il libro termina con un capitolo dedicato agli approfondimenti, ovvero l’intervista a ventidue personaggi, che vanno dallo storico Massimo Montanari al professor Attilio Scienza, dal produttore friulano Josko Gravner al dietologo Giorgio Calabrese fino all’imprenditore Pasquale Forte, che è tornato alla terra producendo vino in Toscana. Infine, un ampio glossario di termini dedicati al vino e la scelta dei migliori vini d’Italia secondo gli assaggi di Gatti e Massobrio. “Con questo libro – spiegano a WineNews i due autori - vogliamo rivolgerci a tre filoni di utenti: il semplice lettore che decide di farsi accompagnare alla scoperta del vino e comincia a leggere questo agile manuale per il piacere di comprendere di che si tratta; i tanti amici che in Italia, invitati dai Club di Papillon, svolgeranno dei corsi di introduzione al vino; gli studenti e gli insegnanti delle scuole alberghiere italiane perché l’interesse al vino li spalanchi ad un metodo di approccio a un prodotto ed anche ad un’unità di misura del gusto”. “Scrivendo questo libro – continuano Gatti e Massobrio - siamo stati animati da due preoccupazioni: non fare l’intellettualismo del vino, spaccando il capello in quattro con l’idea che si debba diventare subito dei superesperti, e lanciare delle provocazioni, dei pareri con i quali confrontarsi e misurare la propria sensibilità”.

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