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SPUNTATURE

I numeri del Chianti Classico

Inutile girarci attorno: nessuno si sarebbe aspettato di dover parlare in tono così dimesso dei numeri del Gallo Nero, data l'attuale situazione di lockdown dell'Italia (e di tante altre nazioni). Tanto più che il 2019 si era chiuso con risultati confortanti e che la prima parte del 2020 aveva iniziato bene: a cominciare da un’annata, la 2019, già in cantina e destinata, probabilmente, a ripetere la qualità della 2016. Nel 2019 - come sottolineano i numeri del Consorzio del Chianti Classico - le vendite sono cresciute sul 2018, trend confermato anche nel primo mese del 2020 (+10% rispetto al gennaio 2019). Il valore globale della denominazione, a partire dalle uve ha fatto registrare nel 2019 una quotazione al quintale più alta del 10% sul 2018. Sempre nel 2019, Chianti Classico Riserva e Gran Selezione hanno rappresentato, congiuntamente, il 42% della produzione e il 55% del fatturato, con il fatturato della Gran Selezione che cresce del 15% sul 2018. Tra i mercati più significativi gli USA si confermano ancora una volta al primo posto, una posizione che ormai detengono da più di 15 anni: una bottiglia su tre di Chianti Classico, infatti, trova sbocco negli Stati Uniti (34% delle vendite totali); al secondo posto il mercato interno dove oggi viene venduto il 22% del totale dei vini Chianti Classico. Segue il Canada al terzo posto (10%), il Regno Unito al quarto posto (7%) e la Germania (6%). Poi i Paesi Scandinavi, la Svizzera e il Giappone. Gode buona forma anche il Consorzio. È l’associazione di produttori più antica d’Italia, con 96 anni di vita, 515 soci, di cui 354 sono le aziende che presentano le proprie etichette sul mercato. Il fatturato globale stimabile nel territorio del Chianti Classico è di circa 800 milioni di euro e il valore della produzione vinicola imbottigliata è di oltre 400 milioni di euro. Buona fortuna...

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