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I PREZZI SONO DIVENTATI ARGOMENTO DI DISCUSSIONE ANCHE NEI RISTORANTI AMERICANI

Per la prima volta si è tracciato l'identikit del consumatore di vino d'oltreoceano e si è analizzato l'evoluzione di questo mercato, negli ultimi 15 anni: lo si è fatto nel convegno "la maturazione del consumatore americano di vino", la rivista statunitense "Wine & Spirits". E' emerso un quadro fluido con qualche sorpresa. L'acquirente americano è diventato più preparato e ha una maggiore volontà di sperimentare, a patto che il prezzo sia equilibrato. Il calo dei vini francesi si è evidenziato soprattutto negli stati a tradizione politica conservatrice, mentre negli altri i vini transalpini hanno mantenuto le posizioni. Questo ha favorito le vendite dei vini italiani, australiani e spagnoli, mentre i vini americani, nonostante il crollo del dollaro, non ne hanno beneficato. I vini di Bordeaux, specialmente con l'annata 2000, si sono comunque imposti sul mercato americano soprattutto con gli chateaux meno famosi e quindi con i prezzi più contenuti. L'aumento delle vendite dei vini italiani non è però andato a favore dei vini tradizionali e più blasonati, come il Chianti Classico, ma piuttosto ha favorito i vini da vitigno come il Pinot Grigio e i rossi del sud come Montepulciano d'Abruzzo, Nero d'Avola e Primitivo. I consumi di vino sono aumentati nella categoria dei prodotti da 25 dollari in giù, il che ha coinciso con un aumento del consumo dei vini meno conosciuti.

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