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I ROSATI PROTAGONISTI IN TRENTINO IL 5 GIUGNO PER PARLARE DI CONSUMI E NUOVE DIRETTIVE UE. IL MINISTRO ZAIA: “MAI IL NOSTRO CONSENSO ALLA PROPOSTA DELLA COMMISSIONE DI PRODURRE ROSE’ DA UNA SEMPLICE MISCELA, L’ITALIA DIFENDE LA TRADIZIONE”

Alla ribalta della cronaca per il progetto europeo che ne consentirebbe la produzione miscelata, i vini rosati sono un tema di grande attualità. E non solo per la discussa iniziativa dell’Unione Europea, ma anche per il fortunato trend di consumo che li vede protagonisti: “bere rosato” piace, e sempre di più, in particolare ai giovani e alle donne. Saranno questi i temi al centro di “Vini rosati: un nuovo trend di consumo”, la tavola rotonda promossa dall’Enoteca provinciale del Trentino, di scena il 5 giugno in Camera di Commercio a Trento, per “Rosati trentini: emozioni d’estate”, l’evento che il Palazzo Roccabruna di Trento dedica da oggi fino al 7 giugno ai grandi rosati trentini (info: www.palazzoroccabruna.it). Per il Ministro delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali Luca Zaia “è motivo di grande soddisfazione il fatto che in Europa, grazie alla nostra pressione la discussione sui metodi di produzione del vino rosé si riapra: la Commissione ha infatti preso atto della forte contrarietà che abbiamo espresso sulla proposta comunitaria ed oggi sul tema esistono margini di negoziazione” e, sottolinea “Non daremo mai il nostro consenso alla legalizzazione di una pratica che consente di ottenere il rosé da una semplice miscela: va difesa la qualità del rosato, un vino molto pregiato che non può essere confuso con mix di dubbia qualità”.

La tavola rotonda in programma in Trentino sarà quindi un’occasione importante per affrontare i temi del consumo e del futuro della vinificazione in rosa, minacciata dalle decisioni comunitarie che potrebbero autorizzare la miscelazione, un’iniziativa importante che metterà a confronto il punto di vista di diverse categorie che operano nel settore: dagli enotecari ai buyers della grande distribuzione, dai giornalisti enogastronomici ai produttori.

Una posizione, quella della tutela del metodo di produzione tradizionale del vino rosé, che vede allineate sulla stessa posizione Francia e Italia, dopo che, lo scorso marzo, la Commissione Europea ha avanzato una proposta che, se accolta dal Parlamento, consentirebbe dal 1 agosto 2009 di trovare in distribuzione bottiglie di rosé prodotto miscelando vino bianco e rosso, accanto alle bottiglie di rosato classico, ottenuto dalla tradizionale vinificazione “in rosa” delle uve rosse. Una differenza sostanziale perché il nuovo rosé sarebbe una semplice miscela, mentre l’altro è il prodotto di un procedimento delicatissimo che utilizza le medesime uve del vino rosso, ma in fase di macerazione del mosto elimina le bucce, per far sì che il vino acquisti un colore rosato e un gusto più leggero.

“Come abbiamo già detto in più occasioni - prosegue Zaia - tuteleremo in ogni modo il vino rosé tradizionale e con esso la cultura, l’esperienza e la storia del nostro agroalimentare: la difesa della territorialità e della tradizione rimane un obiettivo prioritario del nostro impegno diplomatico”. Una partita aperta, che vedrà la discussione sul futuro del rosé al centro dei prossimi incontri del Comitato di gestione, in programma l’8 e il 19 giugno.

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