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I VIGNAIOLI ALL’UNANIMITA’: “IL MIGLIOR VINITALY DI SEMPRE” … I GIUDIZI POSITIVI SI SPRECANO PER LA KERMESSE DEL VINO DI VERONA

Effetto sostituzione: calano i buyer tedeschi, ma aumentano gli operatori italiani e le presenze professionali da Russia ed Europa orientale ed Asia. Premiata la macchina organizzativa, una fiera più sobria ed ordinata ha favorito gli incontri e gli scambi mercantili e commerciali. Queste, a caldo, le prime impressioni di Vinitaly 2004. Dalla Sicilia, in assoluto la regione più affollata di visitatori, al Trentino, l’Italia del vino riunita a Verona legge in positivo la “stornata” 2004 della fiera vinicola più importante di Italia.

“Il migliore Vinitaly degli ultimi 20 anni” ha addirittura dichiarato Gianni Zonin, “la fiera è andata oltre le aspettative - ha rilanciato Jacopo Biondi Santi - ed è stata decisamente all’insegna della qualità”. Per l’imprenditore di Montalcino la partecipazione di operatori professionali è stata buona e di alto livello. “Buon segno - ha aggiunto - indice che il mercato ha incominciato a muoversi dopo che i primi due mesi e mezzo dell’anno non hanno invece brillato”.

Il vino italiano ha insomma dato buona prova di sé, ma la febbre non è ancora passata, prezzi ed export devono ancora ritrovare un compromesso più efficiente. “Il mercato rimane comunque inquinato - ha poi spiegato Jacopo Biondi Santi - tanti, troppi i vini ed i vignaiuoli improvvisati”. Nonostante le numerose visite istituzionali alla Fiera (Alemanno, Urso, Fischler) gli imprenditori continuano a sentirsi poco coccolati e seguiti dalla politica nostrana. Marco Caprai, padre del Sagrantino di Montefalco: “In Italia continua a mancare una politica di affiancamento delle istituzioni nei confronti dei produttori di vino. Nel settore c’è inoltre il bisogno di rivedere i parametri ed iniziare a creare aziende di nuova generazione. Con pochi ettari di vigneto ed un grande numero di aziende sarà infatti sempre più difficile vendere il vino taliano nel mondo soprattutto adesso che la grande distribuzione estera tende a concentrarsi sempre più nelle mani di pochi soggetti”. Dalla Sicilia, Francesca Planeta parla di un ottimo Vinitaly, con una organizzazione migliore, sempre più momento mercantile: “Una fiera molto più italiana di sempre, ma comunque una delle migliori edizioni e non sarebbe male che l’evento fosse messo in calendario dal unedì al giovedì”. E Giacomo Rallo (Donnafugata) conferma un buon Vinitaly, ma più nazionale: “gli affari - avverte - non si chiudono più in fiera, che è invece ormai diventata uno showroom”. Salendo in Trentino, l'enologo-manager Fausto Peratoner (Cantina La Vis) parla di un appuntamento mercantile perfettamente riuscito. Ma aggiunge una importante considerazione: “Il mondo del vino deve razionalizzare sia l’aspetto distributivo che gli eventi promozionali che devono essere considerati sempre più in un’ottica mondiale. Il sistema del vino italiani, che ha fino ad oggi investito nella qualità di cantine e vigneti, deve adesso investire meglio nella promozione, nella comunicazione, nel marketing in un’ottica necessariemente globalizzata. Questo processo - aggiunge - deve essere gestito in primis dalle aziende. In quest’ottica sposo in pieno l‘idea di defiscalizzare i costi di promozione, immagine e comunicazione (sul tipo della vecchia “Tremonti”), che ormai toccano il 10-15% del fatturato”.

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